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RESPINTO IL RICORSO CNF

Tar Lazio: l'anticorruzione si applica agli Ordini

Tar Lazio: l'anticorruzione si applica agli Ordini
Anche gli Ordini professionali, in quanto enti pubblici non economici, devono sottostare alle norme sulla trasparenza e sull'anticorruzione. Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha respinto il ricorso del Consiglio Nazionale Forense che contestava all'ANAC di avere "indistintamente" ricompreso gli Ordini nella delibera 145/2014.

Con la sentenza n. 11392 del 24 settembre 2015, la terza sezione del Tar Lazio ha rigettato il ricorso, presentato da cinque ordini degli avvocati (Locri, Pisa, Biella, Catanzaro, Cosenza) nei confronti dell'Autorità Nazionale per l'Anticorruzione e del Ministero della Giustizia, per l'annullamento, previa sospensione, della delibera 145/2014 dell'ANAC e di ogni altro atto ad essa connesso.
Secondo i ricorrenti la legislazione impugnata sarebbe "variegata, complessa ed organizzativamente onerosa" per gli Ordini professionali,  "indistintamente" ricompresi fra le pubbliche amministrazioni malgrado altre leggi (il ricorso cita il DL 31 agosto 2013) li escludano dal novero.

Il "ricorso è infondato è va respinto" si legge nella sentenza. Secondo il Tar, gli Ordini rimangono entro la categoria degli enti pubblici non economici. Di conseguenza dovranno attuare la legge soggiacendo alle norme anticorruzione e trasparenza, nonché attuare incompatibilità e inconferibilità degli incarichi. Respinte, tra le altre, le tesi della natura associativa degli Ordini, dell'autonomia finanziaria, dell'esclusivo finanziamento mediante i contributi degli iscritti, mentre prevale il fatto che la loro funzione sia anche quella di regolamentare la professione.

Resta dunque valida la delibera 145/2014 del Presidente dell'Anticorruzione, Raffaele Cantone, secondo il quale la Legge 190/2012 (e i relativi decreti delegati) è "applicabile agli ordini e ai collegi professionali".
Cantone si era espresso , nell'ottobre del 2014, in seguito ad un parere pro-veritate del CUP (Comitato Unitario Permanente degli ordini e dei collegi professionali) e su richiesta del Direttore generale delle professioni sanitarie del Ministero della Salute.  Un mese dopo, l'ANAC annunciava lo slittamento al 1 gennaio 2015 dei controlli sugli Ordini professionali per verificare la corretta attuazione della Legge 190/2012. Le sanzioni vanno dai 1000 ai 10mila euro.

Il problema della doppia carica di parlamentare e presidente di Ordine è stato affrontato dalla Giunta per le elezioni nel marzo scorso, sollevando da incompatibilità i senatori Andrea Mandelli (Presidente Fofi) Luigi D'Ambrosio Lettieri (Presidente interprovinciale dell' Ordine dei Farmacisti di Bari e Barletta-Andria-Trani) in quanto l'ordinamento prevede che non siano titolari di "deleghe gestionali dirette". E tuttavia, esulando dai casi particolari, la Giunta invitava gli Ordini alla piena osservanza delle norme anticorruzione: "Si rileva l'opportunità di formulare una forte raccomandazione affinché gli ordini ed i collegi professionali si pongano il problema dell'applicazione della normativa intervenuta e si adoperino, con ogni sforzo, per adeguare i propri regolamenti interni alla luce delle esigenze, così fortemente avvertite e sollecitate dall'opinione pubblica, di una maggiore trasparenza ed attenzione per la prevenzione della corruzione".

La stessa Anac  aveva riconosciuto la "peculiare natura degli enti esponenziali delle comunità professionali" e, riferendosi alle segnalazioni ricevute in ordine alle difficoltà applicative della disciplina, aveva offerto il proprio "contributo in vista di possibili modifiche da inserire in un disegno di legge già al vaglio del Parlamento".

pdfESTRATTO_RICORSO_AL_TAR_LAZIO.pdf3.24 MB

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