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RELAZIONE PNI 2014

Farmacovigilanza, i risultati richiedono miglioramenti

Farmacovigilanza, i risultati richiedono miglioramenti
Dalla relazione sul Piano Nazionale Integrato  emergono considerazioni critiche. L'analisi si basa sui i dati trasmessi dalle Regioni. "Incongruenze con i dati delle produzioni zootecniche presenti nelle banche dati nazionali". "Contraddizioni" fra il basso numero di prescrizioni e dati di vendita degli antimicrobici veterinari nei rapporti ESVAC.
E' confermato il trend negativo del numero delle strutture censite, con una flessione dell’1,24% rispetto al dato fornito nel 2012. Le tipologie più colpite sembrano quelle del settore degli animali da reddito, in particolare l’allevamento cunicolo, altre specie da produzione di alimenti, suinicolo e bovino. Tale riduzione è stata messa in correlazione con la crisi che ha coinvolto anche il settore zootecnico;
Emerge una crescita degli allevamenti autorizzati alla tenuta delle scorte di medicinali veterinari, in particolare per i settori avicolo ed acquacoltura, anche se una effettiva valutazione del trend è resa irrealizzabile dall’incompletezza dei dati degli anni precedenti; in crescita anche il numero di parafarmacie che effettuano vendita di medicinali veterinari (15,5%);

Incidenza dei controlli- La Relazione mette in luce un aumento del 12,9% dell’attività di controllo (copertura complessiva), calcolata sul numero totale di strutture censite. Tale percentuale sale al 36,8% se calcolata sul numero di ispezioni da effettuare, sulla base delle frequenze obbligatorie; risulta conforme al livello minimo di copertura previsto dalle disposizioni vigenti (un’ispezione/anno) soltanto per le attività di commercio all’ingrosso. Non conforme ma in crescita per le farmacie, parafarmacie e fabbricanti di premiscele; bassa la prevalenza dei controlli effettuati presso gli impianti di allevamento e custodia. In particolare, per quelli autorizzati alla detenzione di scorte, il livello minimo è raggiunto soltanto negli allevamenti cunicoli ed ovi-caprini, mentre per quelli privi dell’autorizzazione l’obiettivo del 33% è centrato soltanto nel settore avicolo.

La relazione evidenzia un rialzo dell’1,5% del numero delle prescrizioni veterinarie, in termini complessivi, verosimilmente attribuibile all’aumento del 7% del numero delle prescrizioni di scorta dei medici veterinari liberi professionisti, vista la flessione del 3% del numero di prescrizioni per animali da reddito, del 12,6% per mangimi medicati e del 15% per le scorte in allevamento; confermate le medie più elevate di prescrizioni negli allevamenti a carattere industriale e/o intensivo, in particolare cunicolo e avicolo.

L'attività sanzionatoria (amministrativa e penale) è stata pressoché stabile, con un lieve rialzo dello 0,42% rispetto all’anno 2012; il documento di analisi critica sull’attività di controllo svolta nell’anno precedente e nel primo semestre dell’anno in corso, ai sensi della nota prot. n. DGSAF/P/13986 del 13 luglio 2013, trasmesso soltanto da Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte ed Umbria; il documento regionale programmatico inerente il piano dei controlli sull’impiego dei medicinali veterinari negli allevamenti per l’anno 2015, ai sensi della nota prot. n. DGSAF/P/13986 del 13 luglio 2013, trasmesso soltanto da Abruzzo, Lazio e Liguria.

Azioni migliorative-  Il Ministero della Salute considera "necessario perfezionare la rendicontazione e la definizione dei dati relativi alla consistenza delle strutture, per incongruenze riscontrate con i dati delle produzioni zootecniche presenti nelle banche dati nazionali, in particolare per il settore suinicolo ed avicolo.  Inoltre, maggiore attenzione deve essere posta alla rendicontazione del numero di allevamenti per autoconsumo. Questi ultimi, infatti, non sempre sono chiaramente identificati nelle schede trasmesse dalle Regioni e Province autonome e, in alcuni casi, esclusi dalle attività di ispezione e verifica. Tale criterio non risulta essere coerente con le disposizioni impartite dal Ministero della Salute".

Il mancato raggiungimento del numero obbligatorio e/o minimo dei controlli è stato ricondotto, da Regioni e Province autonome, a carenze di organico, sia veterinario che amministrativo, con conseguente eccessivo accumulo dei carichi di lavoro. Pertanto, "occorre ottimizzare tali attività in un contesto più ampio di controllo della filiera, principio base del regolamento (CE) n. 882/2004, mediante sopralluoghi “multidisciplinari” che implicano l’integrazione ed il coordinamento tra i Servizi di Sanità Animale e di Igiene degli alimenti di origine animale e/o altre Autorità/Enti (es. NAS, CFS, ecc.)".

Il Ministero  evidenzia "una mancata coerenza dei risultati ottenuti dalle attività di farmacosorveglianza, in termini di basso numero di prescrizioni veterinarie e di irregolarità rilevate, rispetto ai dati di vendita degli antimicrobici veterinari, presentati nei rapporti ESVAC degli ultimi anni, in cui l’Italia figura tra i Paesi con i quantitativi più elevati di vendita (mg di sostanza attiva/PCU). Pertanto, risulta indispensabile che le Regioni e Province autonome provvedano ad un’approfondita ed accurata analisi critica dei risultati conseguiti per individuare tutti gli elementi necessari per una idonea programmazione delle attività, basate su indicatori di rischio e valutazioni di congruenza dell’uso del medicinale veterinario, al fine di superare tali contraddizioni". È necessario, inoltre, "potenziare il sistema di tracciabilità del medicinale veterinario onde evitare la sottostima del dato relativo ai volumi di prescrizione, prevenire il commercio illecito dei medicinali e di conseguenza il fenomeno dell’AMR".

Fondamentale l’attività intrapresa dal Ministero, attraverso il “Piano volontario per il monitoraggio delle confezioni dei medicinali veterinari in commercio” per il quale il Ministero auspica l’adesione del maggior numero di grossisti presenti sul territorio nazionale e la sperimentazione della “Ricetta informatizzata” con la quale si potrà valutare il reale consumo dei medicinali in allevamento, definendo interventi per garantire un utilizzo appropriato intervenendo sul benessere degli animali ed il management delle aziende".

Le Autorità regionali e locali "hanno un ruolo chiave nell’attività di promozione e divulgazione di tali iniziative presso gli operatori del settore e nel garantire un’adeguata formazione sull’impiego responsabile del medicinale veterinario a tutte le figure coinvolte nella filiera distributiva del medicinale veterinario. A tal proposito, il Ministero richiama l’attenzione "sulla mancata comunicazione delle iniziative formative e divulgative, promosse nel corso del 2014, dalle organizzazioni e/o associazioni interessate e dalle Regioni e Province autonome, finalizzate all’uso prudente degli antibiotici e chemioterapici nella pratica clinica. Ciò non consente a questo Ministero l’acquisizione di una visione nazionale circa le attività di formazione/informazione e di aggiornamento mirate alla tematica dell’antibiotico-resistenza intraprese, il numero del personale coinvolto, ecc."

(fonte)