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ISPEZIONE DELLE CARNI

FVE, ICA somma di piani sanitari più controlli

FVE, ICA somma di piani sanitari più controlli
La FVE ha adottato una policy sul controllo delle carni. Il documento, pubblicato in questi giorni, si basa sull'assunto che non ci sia una sola risposta per la modernizzazione e che le informazioni sulla catena alimentare debbano essere collegate a un piano sanitario degli allevamenti e confermate dai controlli veterinari in azienda.
Sintetizzata in dieci punti la policy dei veterinari europei sulla modernizzazione dell'ispezione delle carni e sul ruolo dei medici veterinari, pubblici e privati, in questo processo integrato.

Gradualità e flessibilità- Adottata dalla General Assembly della sessione primaverile e ora pubblicata sul sito della FVE- la policy esprime una posizione basata sull'assunto che non vi sia un'unica risposta globale alla modernizzazione. Ogni Stato Membro infatti- in virtù delle diversità socio-economiche- devono poter disporre dei tempi e delle flessibilità che gli sono congegnali nel perseguire il medesimo obiettivo di sicurezza alimentare. La FVE rimarca l'esigenza di cambiamenti graduali, prevedendo fasi di transizione. Molti Stati membri non dispongono delle strutture industriali o la capacità di soddisfare i pre-requisiti richiesti, ma benchè la flessibilità sia contemplata solo una minoranza di Stati membri ne hanno tenuto conto.

I quattro pilastri della veterinaria- Ovunque, tuttavia, il  ruolo veterinario ha quattro pilastri - la salute degli animali, benessere degli animali, la salute pubblica e l'ambiente- e il veterinario svolge un ruolo chiave nel garantire la sicurezza degli alimenti di origine animale dall'azienda zootecnica  fino al consumatore, fornendo consulenza professionale, e svolgendo compiti di ispezione e  verifica. I veterinari devono essere adeguatamente formati e devono disporre delle risorse necessarie all'assolvimento dei loro compiti.

Two way FCI- Nella sua versione finale- modificata al punto 10 rispetto all'originaria formulazione proposta all'Assemblea- il documento sostiene che la credibilità di ogni modernizzazione poggi su un sistema binario, nel quale le informazioni della catena alimentare  siano sorrette da un protocollo che delinei in modo chiaro il ruolo del medico veterinario in azienda e il rapporto/comunicazione con il veterinario ufficiale presso il macello.  Inoltre le informazioni sulla catena alimentare debbano essere collegate a un piano sanitario degli allevamenti e confermate dai controlli veterinari in azienda. Solo così si realizza il principio 'from farm to fork'.

Il ruolo del practitioner- Il libero professionista in azienda svolge un ruolo di consulente dell'azienda zootecnica in fatto di salute  e benessere degli animali, sorveglianza, diagnosi e  controllo delle malattie. Ciò presuppone il ricevimento tempestivo di informazioni dal macello in quanto attinenti la sicurezza alimentare e la sanità animale. Viceversa, il valore aggiunto del professionista alle ICA  sta  nella consulenza all'allevatore sulle buone pratiche di allevamento, Haccp, piano sanitario di allevamento, raccolta e interpretazioni di dati. Deve esserci un collegamento con il veterinario ufficiale al macello e il veterinario d'azienda deve essere coinvolto nell'interpretazione dei dati di sorveglianza e benessere raccolti al macello.

Il punto 10. I medici veterinari liberi professionisti giocano un doppio ruolo nel dare consulenza agli allevatori e nel partecipare allo svolgimento dei compiti ufficiali. Nella versione finale pubblicata dalla FVE il punto 10 risulta così modificato rispetto a quello originariamente proposto, che- si vedano le osservazioni della Fnovi in proposito- non risultava adeguatamente chiaro.

FVE policy on modernisation of meat inspection

pdfFVE_POLICY_ON_MEAT_INSPECTION.pdf249.84 KB