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MEDICINA TRASFUSIONALE

Distinguere emocomponenti ed emoderivati anche in veterinaria

Distinguere emocomponenti ed emoderivati anche in veterinaria
La differenza tra emocomponenti ed emoderivati in medicina veterinaria non ricalca la normativa umana: necessario un chiarimento.
Lo sostiene l'On Edoardo Fanucci che ha presentato al riguardo una interrogazione al Ministero della Salute, ritenendo "appropriato intendere solo l'emoderivato quale medicinale veterinario", da far quindi ricadere nella legislazione del farmaco veterinario. Nel Decreto Legislativo 193/2006 (Codice comunitario del Farmaco Veterinario), la definizione di «sostanza» riferita al medicinale veterinario, include il sangue umano e i soli prodotti derivati dal sangue di origine animale.

Adottando la differenza fra «emoderivati» ed «emocomponenti» esistente in campo umano (legge n. 219 del 21 ottobre 2005, DM 3 marzo 2005 e DLVO n. 191 del 19 agosto 2005), l'On Fanucci argomenta che l'emocomponente ottenuto mediante mezzi fisici semplici, "dovrebbe essere assimilato al sangue intero e quindi,compreso nella «Linea guida relativa all'esercizio delle attività sanitarie riguardanti la medicina trasfusionale in campo veterinario» .

Secondo l'on Fanucci, nella Linea guida  "sono, erroneamente indicati come emoderivati «i prodotti derivati dal frazionamento del sangue con mezzi fisici semplici», rinviando al decreto legislativo n. 193 del 2016 sul farmaco veterinario "dove sono invece correttamente indicati «il sangue e i suoi derivati come sostanze farmacologiche".

La richiesta dell'interrogante al Ministro della Salute è di una revisione della «Linea guida veterinaria» affinché in essa vengano contemplati -e conseguentemente regolamentati -anche l'impiego e la commercializzazione degli emocomponenti, "a mutuazione di quanto avviene in medicina umana e in medicina veterinaria in molti Paesi del mondo".