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DOMESTICI O DA COMPAGNIA?

Animali in condominio: ripensamenti in Senato

Animali in condominio: ripensamenti in Senato
Il co-relatore Galperti in Commissione Giustizia: animali domestici è una "definizione insufficiente". Proposto il ritorno ad animali "da compagnia".
E' iniziata la discussione in sede deliberante della riforma del condominio in Commissione Giustizia al Senato. Ieri, dopo il pressing sui relatori Galperti e Mugnai e sui componenti della stessa Commissione, il ripensamento: il co-relatore Sen Galperti ha segnalato che "la disposizione di cui alla lettera b) dell'articolo 16 che introduce un quinto comma all'articolo 1138 che rende nulle le disposizioni regolamentari che vietano di possedere e detenere animali domestici, definizione questa di cui da più parti è stata segnalata l'insufficienza, e l'opportunità di sostituirla con quella di animali da compagnia".

Dopo gli interventi del correlatore e del sottosegretario alla Giustizia Mazzamuto, il presidente della Commissione Giustizia ha aperto alle proposte emendative, fissando il termine per la presentazione alle ore 12 di martedì 6 novembre.

Tuttavia, con riguardo agli animali,  nel corso della discussione generale, il Sen Giovanardi ha espresso "vive perplessità per le modifiche introdotte dall'articolo 16 all'articolo 1138 del codice civile, nella parte in cui introduce un divieto assoluto di inserire nel regolamento di condominio il divieto di detenere animali domestici". Giovanardi "deplora il carattere ideologico di tale disposizione" che "non tiene conto di esigenze particolari che dovrebbero essere considerate meritevoli di tutela come quelle dei soggetti allergici". In proposito, il Sen Giovanardi ha fatto presente che "qualora si volesse venire incontro alla preoccupazione, pur giustificata manifestata dai relatori circa il carattere impreciso e potenzialmente restrittivo della definizione "animali domestici" si potrebbe aprire la strada a conseguenze alquanto paradossali e preoccupanti, dal momento che un'interpretazione estensiva di tale espressione priverebbe i condomini di qualsiasi difesa contro chi volesse detenere in casa animali inusitati e pericolosi".

La senatrice Allegrini ha rilevato  rileva " il rischio di approvare un testo che, invece di semplificare la vita dei cittadini, rischia di aumentare la litigiosità". Il riferimento è ad una norma "chiaramente illiberale", che limita l'autonomia dei condomini impedendo l'approvazione di clausole regolamentari contro la detenzione o il possesso di animali domestici; tale disposizione lascia senza difesa, ad esempio, dei condomini, magari fra loro parenti, che avendo condiviso all'unanimità il rifiuto di avere animali nell'edificio comune, non avranno nessuno strumento per selezionare, in caso di vendita o locazione di uno degli appartamenti, il proprietario o il conduttore subentrante in modo da preservare il carattere che essi hanno voluto attribuire all'edificio comune".

La senatrice Alberti Casellati ha osservato che "nell'ambito della generale limitazione dell'autonomia contrattuale indicata dal quarto comma, della nullità del divieto di tenere animali, il regolamento può essere sempre fatto valere quando vengano violate le norme per la tutela del decoro dell'edificio". Concordando, il relatore Mugnai ha aggiunto che  già oggi stabilisce che il regolamento condominiale" non può limitare i diritti dei condomini come risultanti dagli atti di acquisto".

La discussione generale del provvedimento è comunque conclusa. Nei prossimi giorni, la Commissione passerà agli emendamenti.