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ANALISI DEI DATI

800mila REV non evase, come si spiega questo dato?

800mila REV non evase, come si spiega questo dato?
Proprietari che non seguono la terapia, aumento della cessione dal veterinario o sostituzione con un farmaco umano? Ipotesi mentre il mercato è in flessione.


Sono più di 800 mila le Ricette elettroniche veterinarie (Rev) presenti nel sistema informatico, ma che non sono mai state evase. Come si spiegano?  AboutPharma ha provato a riepilogarle interpellando i principali  attori del sistema vale a dire i Medici Veterinari (27.000 utenti del sistema Rev) e i farmacisti e grossisti (17.431 utenti).

Per il Presidente dell'ANMVI Marco Melosi, il primo a sollevare la questione, "oltre 800mila Rev non evase sono davvero tante". “Sicuramente una parte di queste ricette non sono state evase perché il proprietario dell’animale, dopo la prescrizione, non è più andato in farmacia. Magari nel frattempo il cane o il gatto è guarito o la ricetta è scaduta. Ma le altre?"  Per Melosi sarà il sistema che, assestandosi, dovrà dare delle risposte.

Secondo Roberto Rebasti, presidente dell’Associazione nazionale distributori medicinali veterinari (Ascofarve), la quota di Rev non evase, potrebbe essere spiegata, da un lato, dalla presenza di Rev ancora valide, ad esempio una ricetta valida 30 giorni emessa il 15 luglio potrebbe essere evasa fino al 15 agosto. Dall’altro, non è da escludere – dice il presidente di Ascofarve – la sostituzione impropria con farmaco umano, che spiegherebbe anche il calo di vendite in termini di volumi”.

Diversa l'ipotesi di Andrea Cicconetti, segretario di Federfarma Roma, secondo il quale lo scarto tra le Rev emesse (circa 3,8milioni nel 2019) e quelle effettivamente evase (circa 3.milioni nello stesso periodo) può essere correlato “a un aumento della cessione del farmaco da parte del veterinario”, ma soprattutto spiegato “con fatti più semplici”, comuni all’esperienza della ricetta dematerializzata umana. “Come accade per l’uomo, a volte si va dal medico, questo prescrive una cura ma il paziente non la rispetta. Può accadere anche nel caso degli animali, con il proprietario che non va più a prelevare i farmaci perché l’animale nel frattempo non ha più bisogno di cure o per altri svariati motivi”.
Una di queste ragioni, secondo Cicconetti, può essere di natura economica: “Parliamo di farmaci veterinari, quindi non rimborsati dal Servizio sanitario nazionale. Il proprietario può decidere di rinunciare. Molte famiglie non possono permettersi tutte le cure per i loro animali e si limitano a quelle più importanti, così le ricette vengono tralasciate e restano inevase. Questo succede anche nella ricetta elettronica dematerializzata usata in umana. Credo – sottolinea il segretario di Federfarma Roma – che se si facesse un’analisi del genere troveremmo anche lì una buona casistica di ricette emesse dal medico ma poi non utilizzate dal paziente in farmacia”.

Riflessi sul mercato dei farmaci veterinari per pet- I grandi numeri sono generati soprattuto dalle prescrizioni per animali non destinati al consumo alimentare (circa 3,3 milioni di Rev "confermate" solo nel 2019). Gli interrogativi investono anche la portata dell'impatto-Rev sul mercato veterinario in farmacia. Secondo i dati Iqvia pubblicati a inizio ottobre da PharmacyScanner, ad aprile 2019 le vendite di medicinali veterinari in farmacia sono diminuite di quasi il 10% rispetto ad aprile 2018. Il calo è proseguito a maggio (-16%), giugno (-10), luglio (-7%) e ad agosto (-13%). Eppure il 2019 non era cominciato male: +2,8% a gennaio, +5,15% a febbraio e +9,9% a marzo. Su base annua (settembre 2018 / agosto 2019) il farmaco veterinario ha totalizzato in farmacia 275,4 milioni di euro, con una flessione dell’1,8% rispetto ai 12 mesi precedenti e una contrazione del 5,8% in volumi. Altri numeri sui cui fare chiarezza.

"Abbiamo notato una diminuzione del mercato di medicinali per pet"- conferma Rebasti auspicando che tutti gli stakeholder approfondisscano in maniera accurata le motivazioni di questo calo”. Secondo il presidente di Ascofarve ci sono ancora criticità da superare, sia per la parte della tracciabilità all’ingrosso che per la Rev. Nel primo caso, spiega Rebasti, “la cosa più importante è il controllo sull’effettiva presenza nelle anagrafiche Nsis di tutti gli operatori autorizzati alla distribuzione intermedia. Ci arrivano segnalazioni di alcuni siti logistici che rimangono fuori dalla tracciabilità”.

Nessun operatore interpellato ha però respinto tout court la digitalizzazione o negato il progressivo miglioramento del sistema informatico. Il Direttore Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari, Silvio Borrello, pur facendo un bilancio "senz'altro positivo" dei primi mesi della Rev, puntualizza che "ci sono stati e ci sono ancora oggi dettagli da correggere e per questo stiamo lavorando molto insieme al Centro servizi nazionale (Csn) dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Abruzzo e Molise, alle Regioni e alle associazioni per superare gli ostacoli e rendere il sistema sempre più efficiente e user-friendly".

Implementazioni in progress in vista delle finalità della Rev