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LA REPLICA

Capua: in USA una laurea in veterinaria non è un problema

Capua: in USA una laurea in veterinaria non è un problema
La virologa Ilaria Capua aveva affermato che "il vaccino contro il Covid evita la malattia, ma non l'infezione". E si erano scatenate le critiche. Oggi la sua replica.

"La consapevolezza di essere di fronte alla più grande emergenza sanitaria a memoria umana mi porta a scansare le cose irrilevanti. Uno spreco d'energia. Quello che dobbiamo fare, invece, è continuare a cercare una convergenza e andare tutti nella stessa direzione . Le spirali di confusione fanno solo male". L'esperta risponde così, oggi, in un'intervista al 'Corriere della Sera', alle critiche di chi usa come argomento la sua laurea in Veterinaria anziché prendere in considerazione i successivi 30 anni di ricerche su virus e pandemie.

La virologa ricorda l'inchiesta giudiziaria che la travolse: "Sono stata infangata per oltre 2 anni mentre ero parlamentare. Un dolore senza pari, ma sono diventata una praticante della resistenza passiva. Io non ho bisogno, oggi, di costruirmi una carriera. Non ho risposte per tutto, anzi ne ho soltanto per alcuni aspetti del problema che  conosco. Vorrei dare il mio contributo mettendo a disposizione delle  persone quello che ho studiato e capito in questi anni. Per il resto, non intendo partecipare al gioco degli insulti. Ho grande rispetto per tutti e per la libertà di parola".

Nel 2006 Capua rese pubblica la sequenza del virus dell'aviaria, depositando la sequenza genetica del primo ceppo africano di H5N1 in GenBank, database aperto e non ad accesso limitato, dando in tal modo il via a un dibattito internazionale sulla trasparenza dei dati,  promossa oggi anche da Oms, Fao e Oie.

"Quello 'strappo' - afferma la  scienziata - si è trasformato in una serie di strumenti utilissimi  oggi come le piattaforme per la condivisione delle sequenze genetiche  dei virus che sono necessarie per sviluppare diagnostici e vaccini in tempo reale. Abbiamo gestito il Covid anche grazie a protocolli e  intuizioni legati a quello strappo. Ma il virus continua a correre e  non se ne andrà rapidamente. La 'mission' del virus è infettare il  numero più alto possibile di persone. Quando adottiamo comportamenti  corretti abbassiamo la curva dei contagi, ma lui è sempre lì in agguato".

Quanto al piano delle vaccinazioni, per Capua "non sarà così semplice da realizzare, in nessun Paese. L'immunità di gregge - si mira almeno al 75% della popolazione - sarà un processo graduale e con molte incognite. Probabilmente la somministrazione del vaccino occuperà tutto il 2021. Saranno necessarie regole molto chiare e piani B. Certo che i vaccini sono sicuri. Oggi la trasparenza è un  valore e le aziende lo sanno. Va spiegato bene e con pazienza alle persone che sono spaventate da tutto. Anche per questo, che senso
hanno attacchi e contrapposizioni? Si crea solo più paura e  incertezza, e invece è proprio il contrario che serve. Lucidità, attenzione, consapevolezza del nostro ruolo come comunicatori".

La virologa sottolinea infine che, negli Stati Uniti, dove è alla guida del centro d'eccellenza One Health, una laurea in Veterinaria non è affatto un problema: "Figuriamoci - dice - proprio qui ho potuto veder realizzata quella multidisciplinarità necessaria alla complessità dei tempi che stiamo vivendo. Quello che scegli di studiare a 18 anni non è il punto d'arrivo, ma il punto d'ingresso della tua vita professionale. Bisogna vedere quello che sei in grado di costruire dopo. E i virus pandemici e pre-pandemici sono proprio argomento da virologi veterinari. Non dirigo più un Laboratorio di  Virologia da alcuni anni ma mi porto stretto quel bagaglio. Oggi  coordino molti laboratori composti da classicisti, fisici, economisti, biologi, data scientist, ingegneri, medici e veterinari. Dirigo un  centro interdisciplinare che vorrebbe abbattere le barriere obsolete  che separano la salute di persone, piante, animali e ambiente. La salute è circolare". (AdnKronos Salute)

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