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IL FENOMENO

Città a 4 zampe: veterinario non è sociologo, ma quasi psicologo

Città a 4 zampe: veterinario non è sociologo, ma quasi psicologo
A Bergamo 16.302 cani regolarmente dichiarati, uno ogni sette abitanti. E non è nemmeno una città record. Come si spiega il fenomeno?

«Noi lo registriamo, l’interpretazione dovrebbe chiederla a un sociologo». E' la risposta di Stefano Faverzani, Presidente dell'Ordine dei Veterinari di Bergamo, alla stampa locale che ha analizzato il fenomeno sociale della crescita degli animali da compagnia, cani soprattutto, nel capoluogo lombardo.

Il fenomeno sociale della diffusa convivenza nelle famiglie e nelle città con i quattro zampe  caratterizza tutto il Paese e fa dell'Italia il primo Stato Membro della UE per diffusione di animali d'affezione. Il rapporto cane-abitanti  in alcune città è anche più marcato che a Bergamo, stando alle ultime rilevazioni di Legambiente (nella vicina Cremona c'è un cane ogni tre abitanti) e al Rapporto Assalco-Zoomark pubblicato il 17 maggio scorso: considerando anche i pet non tradizionali da compagnia, l'Italia ha raggiunto la parità demografica fra animali d'affezione e abitanti.

Ai medici veterinari si chiede di interpretare questa tendenza, perchè conoscono "meglio di chiunque altro l’investimento affettivo dei proprietari". Secondo Faverzani "in molti casi è esagerato", anche se può essere letto come "un sintomo di maggiore sensibilità verso forme di vita che non siano quella dell’uomo". Bisognerebbe però entrare nella vita di ciascuno". Non è questo un compito del Medico Veterinario, anche se dovrà farsi un po' psicologo dei proprietari.  "Si sta già andando in questa direzione"- risponde Faverzani- a proposito della difficoltà di affrontare il decesso del cane: "molte persone non accettano che il ciclo di vita di un animale sia più breve di quello di un essere umano"- spiega, sottolineando che "al di là dell’investimento affettivo, la scelta di avere un animale comporta delle responsabilità".

Perché allora sono aumentati così tanto i cani secondo il punto di vista veterinario? «Perché la prevenzione sanitaria e le cure veterinarie hanno allungato significativamente la loro vita- risponde il Presidente dell'Ordine di Bergamo. "Quando mi sono laureato, i più longevi arrivavano a dodici-tredici anni, adesso vediamo regolarmente cani di quindici o sedici anni».