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AUDIZIONE

DPR di riforma, l’audio dell’intervento di Confprofessioni

DPR di riforma, l’audio dell’intervento di Confprofessioni
Pubblicità. Formazione. RC. "Molte soluzioni normative appaiono ancora confuse". Così Gaetano Stella in Commissione Giustizia. Audio.

Martedì 24 luglio, il presidente di Confprofessioni ha illustrato davanti alla Commissione Giustizia della Camera le criticità del processo di riforma degli ordini. L'audizione  del presidente Gaetano Stella ha riguardato lo schema di regolamento che, sotto forma di Decreto del Presidente della Repubblica completerà il processo di riordino normativo.
Condivisi da Confprofessioni molti passaggi del parere espresso dal Consiglio di Stato, prima fra tutte la definizione di professioni regolamentate, troppo ampia e ambigua a detta anche di Palazzo Spada. "Il riconoscimento pubblico di una professione discende da un pregio costituzionale- ha dichiarato Stella, che si è soffermato anche sull'importanza di porre attenzione al processo di delegificazione che dovrà compiersi entro il 31/12: per allora saranno abrogate tutte le norme incompatibili con il riordino.

Pubblicità professionale: una questione anche di investimenti - Non va incentivata la lettura puramente commerciale di questa esigenza informativa, preferibilmente incardinabile all'interno degli Ordini. Il Consiglio di Stato invece pone l'accento sul Codice Del Consumo. Lo "squilibrio competitivo" è il rischio principale. Ha dichiarato Stella: "benché sia senz'altro da condividere la critica alla prassi eccessivamente restrittiva posta in essere dagli ordini in materia pubblicitaria, non sembra che la via di una totale apertura al mercato pubblicitario possa rappresentare una forma di garanzia per l'utenza e per la libera concorrenza nel comparto". I professionisti – ha aggiunto- "non dispongono di risorse equiparabili a quelle delle imprese da destinare al mercato pubblicitario: dinanzi a questa realtà, il ricorso alla pubblicità finirà per favorire soltanto i pochissimi grandi gruppi capaci di proporre tariffe scontate attraverso campagne pubblicitarie ad ampio spettro, a danno soprattutto dei giovani professionisti e senza alcun vantaggio per l'utenza".

Responsabilità civile - "Nell'imminenza della scadenza del termine di metà agosto, entro il quale dovrà necessariamente essere emanato il regolamento governativo- ha dichiarato Stella- molte soluzioni normative appaiono ancora confuse. La previsione, che pur costituisce un onere in capo ai professionisti, non ci trova pregiudizialmente contrari, ad ulteriore conferma della responsabilità che i professionisti sono consapevoli di portare nei confronti della collettività. Si tratta, peraltro, di una buona pratica professionale che in molti già da tempo hanno adottato. Ma non si può entrare in un regime di assicurazione obbligatoria senza prevedere un contestuale «obbligo di assicurare» in capo alle compagnie assicuratrici, nonché canoni stringenti di garanzia dell'utenza. L'idea – sottolineata dal parere del Consiglio di Stato – di rimettere agli ordini ed alle casse la negoziazione con le società assicuratrici appare del tutto sfocata rispetto ai diversi interessi che occorre equilibrare. Agli ordini non può che essere rimessa la sola determinazione dei minimi di copertura assicurativa per ciascuna prestazione e la negoziazione – con l'autorità di vigilanza sulle assicurazioni più che con le compagnie assicuratrici – dei premi massimi. Questa è la sola funzione che può spettare agli ordini se non si vuole ingessare la libertà negoziale dei singoli e trasformare un ente pubblico, come l'ordine professionale, in un'agente economica di ambigua identificazione".
"All'interno dei paletti fissati, a garanzia dell'utenza, dagli ordini e dall'autorità di vigilanza- ha aggiunto Stella- saranno poi i singoli a sottoscrivere i contratti di assicurazione secondo le regole del mercato, eventualmente assistiti nella negoziazione dai soggetti associativi. Le statistiche più recenti attestano una diminuzione del 30% del fatturato dei professionisti: se non si vuole che l'assicurazione obbligatoria divenga un odioso balzello è necessario salvaguardare l'autonomia contrattuale privata".

Formazione e specializzazioni – Di nuovo Confprofessioni condivide il parere del Consiglio di sulla disciplina prevista in materia di formazione continua. "Qui, peraltro- ha dichiarato Stella- è lo stesso Consiglio di Stato che si avvede della incongruenza della norma che affida agli ordini lo «svolgimento» dell'attività di formazione continua con i principi di liberalizzazione che dovrebbero ispirare l'intera riforma. La formazione continua – ha concluso il Presidente di Confprofessioni- dovrà invece essere regolata con criteri generali dagli ordini, quindi gestita tramite l'accreditamento di enti di formazione, nel pieno rispetto della libertà e del pluralismo formativo".

Attività disciplinare degli Ordini – Altro appunto riguarda l'inversione dei criteri radicati di svolgimento del procedimento disciplinare presso gli ordini professionali, "uno dei principi di riforma maggiormente condivisibili". Tuttavia le soluzioni congegnate dall'art. 9 dello schema di regolamento "strutturano un processo disciplinare troppo complesso".

In sostanza, si tratta di "una riforma" ha incalzato Stella "attesa dai professionisti da decenni, elaborata con approssimazione e senza dialogo, per di più costruita su di una struttura normativa fragile, esposta al rischio di assai probabili interventi correttivi da parte della Corte costituzionale". A poco più di 20 giorni dall'entrata a regime della riforma delle professioni, prevista dall'art. 3, comma 5 del decreto 138/2011, i margini di manovra sono risicatissimi, ma- ha concluso Stella- "la speranza è che questa occasione, opportunamente promossa dalla Camera dei Deputati, possa consentire di recuperare la pluralità dei contributi valutativi che il mondo delle professioni è in grado di esprimere".