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GATTO MUORE, VETERINARIO PAGA DANNO MORALE

GATTO MUORE, VETERINARIO PAGA DANNO MORALE
La Cassazione ha riconosciuto il danno morale al padrone di un gatto morto in una clinica veterinaria per una fatale trasfusione di sangue. Cinquecento euro il danno morale. Restituzione dei 100 euro versati all'ammissione in clinica, interessi legali e spese processuali. Il testo della sentenza.

La Cassazione riconosce il danno morale per la morte del gatto. Secondo i magistrati della Suprema corte, infatti, il giudice di pace può disporre l'indennizzo del danno non patrimoniale anche fuori "dei casi determinati dalla legge e di quelli attinenti alla lesione dei valori della persona umana costituzionalmente protetti", se il danneggiato dimostra (anche attraverso presunzioni) il pregiudizio subito. La sentenza n. 4493 dello scorso 25 febbraio, nel rigettare il ricorso di una clinica veterinaria risultata responsabile del decesso di un gatto in seguito a prestazioni sanitarie negligenti, ha affermato che anche la perdita di un animale può essere causa di un risarcimento morale che in quanto tale non rappresenta una conseguenza automatica dell'illecito.


La decisione n. 4493, depositata lo scorso 25 febbraio ha confermato quanto aveva deciso il giudice di pace su una vicenda giudiziaria tra una struttura sanitaria specializzata in animali e il proprietario della bestia. Dalle dichiarazione degli interessati era emerso che la clinica si era comportata in maniera negligente dal momento che l'unico intervento medico che risultava eseguito nel corso della degenza era una fatale trasfusione di sangue. La trasfusione infatti era stata fatta senza prima accertarsi sulle condizioni dell'animale donatore, che dopo alcuni giorni dal prelievo era deceduto, perché affetto da una malattia ematica. A distanza di poco tempo anche il gatto era peggiorato fino a morire quando era ancora ricoverato in clinica.


Il fatto che l'intervento fosse stato messo in atto senza i preventivi controlli sulla qualità del sangue utilizzato è per i magistrati la prova di un comportamento imprudente e disattento che ha provocato la morte dell'animale e per il quale la clinica deve rispondere versando una somma a titolo di indennizzo per il danno morale cagionato al proprietario del gatto. Il principio di diritto espresso dalla sentenza dei magistrati di Piazza Cavour è che il giudice di pace, nell'ambito del solo giudizio di equità, può ordinare il risarcimento del danno non patrimoniale anche fuori dei casi determinati dalla legge e di quelli attinenti alla lesione dei valori della persona umana costituzionalmente protetti, sempre che il danneggiato abbia allegato e provato, anche attraverso presunzioni (in questo caso il nesso trasfusione-morte del gatto), il pregiudizio subito, essendo da escludere che questo tipo di danno rappresenta una conseguenza automatica dell'illecito.

La "Linea guida relativa all'esercizio delle attività sanitarie riguardanti la medicina trasfusionale in campo veterinario" è stata approvata dalla Conferenza Stato Regioni il 20 dicembre scorso. ( Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano del 20 dicembre 2007) 

Allegati
pdf SENTENZA DELLA CASSAZIONE PER DANNO MORALE MORTE GATTO.pdf