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SANZIONI DISCIPLINARI

CCEPS in stallo, Mandelli: il Ministro vi ponga rimedio

CCEPS in stallo, Mandelli: il Ministro vi ponga rimedio
Interrogazione del Senatore Mandelli:  di fatto, gli organi delle professioni sanitarie sono privati del loro potere disciplinare.
Il vulnus di incostituzionalità che pende sulla Commissione Centrale Esercenti le Professioni Sanitarie rende "inefficaci le sanzioni legittimamente emesse" dagli Ordini professionali. Lo dichiara il Senatore Andrea Mandelli che interroga il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, chiedendo che ponga rimedio a una situazione di stallo che invalida le attività di questo organismo di giurisdizione speciale

Per Mandelli, la situazione comporta "grave rischio per la qualità delle prestazioni professionali e, conseguentemente, per la tutela del diritto alla salute dei cittadini garantito dall'articolo 32 della Costituzione". L'impossibilità per la Commissione centrale di esercitare le sue funzioni - argomenta l'interrogante- presenta ripercussioni dirette sui cittadini che rischiano di rivolgersi a professionisti colpevoli di comportamenti, anche gravemente scorretti, ma di fatto non sanzionabili efficacemente, con l'inevitabile conseguenza di non garantire l'adeguata qualità di importanti prestazioni professionali sanitarie".

L'interrogazione, depositata ieri, ricorda che la Corte costituzionale, con sentenza n. 215/2016, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 17 del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato, che disciplina la composizione della CCEPS "nelle parti in cui si fa riferimento alla nomina dei componenti di derivazione ministeriale". In particolare, i giudici della Consulta hanno ritenuto che tale nomina potrebbe minare l'indipendenza e imparzialità che connotano l'azione giurisdizionale, in quanto il Ministero della salute è anche parte del procedimento.

Il Senatore Mandelli fa notare che "molti provvedimenti disciplinari regolarmente adottati dagli organi delle professioni sanitarie risultano, allo stato, improduttivi di effetti" e che malgrado la pronuncia della Corte "non è stato adottato alcun provvedimento per definire una composizione della Commissione che rispecchi i requisiti indicati dalla Consulta;

La decisione della Corte - ricorda il senatore interrogante- riguarda tutte le categorie professionali per le quali la Commissione opera in secondo grado (medici, odontoiatri, veterinari, farmacisti, infermieri, ostetriche);