• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31380

+++ Le pubblicazioni riprenderanno con regolarità dopo la pausa estiva +++  

COMUNICATO STAMPA ANMVI

Abbandoni in calo, preoccupano le rinunce di proprieta’

Abbandoni in calo, preoccupano le rinunce di proprieta’
L'abbandono di animali è un fenomeno in calo che non ha più le dimensioni di un decennio fa. L'affettività verso l'animale da compagnia e la deterrenza dell'identificazione hanno dato un contributo decisivo al contrasto di questo reato. Per il Presidente dell'ANMVI, Marco Melosi, "la vera sfida del nostro tempo sono le rinunce alla proprietà". COMUNICATO STAMPA


Non esistono stime ufficiali sull’abbandono di animali, inteso come reato perseguibile a norma del codice penale, ma il fenomeno non ha più le dimensioni di un decennio fa. Per i Medici Veterinari dell’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) sono sempre di meno i cani crudelmente lasciati al loro destino, spesso infausto o addirittura letale. Oggigiorno si affaccia un fenomeno nuovo, complesso quanto il nostro tempo: la rinuncia della proprietà.

La riduzione del reato di abbandono è una percezione professionale dei Medici Veterinari- che sarebbe utile verificare con i dati delle Procure- ma che in tutte le regioni italiane segna una diminuzione, anche in quei territori dove il “randagismo di ritorno” è sempre stato più forte.

“Gli abbandoni sono diminuiti per due ragioni- spiega il Presidente dell’ANMVI Marco Melosi- la prima è il profondo cambiamento culturale nei confronti degli animali da compagnia, con un aumento della sensibilità affettiva; la seconda è la deterrenza esercitata dalle norme di legge e dalla identificazione anagrafica dei cani. Con la microchippatura, il proprietario/detentore viene egli stesso identificato e assume una piena responsabilità legale”. Questo è sicuramente vero nei cani, mentre nei gatti, l’identificazione non è ancora obbligatoria, ma lo diventerà presto.
Su impulso dei nuovi regolamenti di sanità animale- prosegue Melosi- tutti gli animali da compagnia, anche quelli cosiddetti non convenzionali, ad esempio i coniglietti e i piccoli roditori, dovranno essere identificati e tracciati. E’ una forma di tutela per l’animale”.

La rinuncia di proprietà dell’animale da compagnia- L’Associazione sposta l’accento su un fenomeno emergente: la rinuncia di proprietà dell’animale da compagnia. “Per la giurisprudenza questo non è vero abbandono, perché generalmente si cerca di trovare una sistemazione alternativa per l’animale di cui non si vuole o non si può più prendersi cura, prevalentemente nei canili e nei rifugi ma anche presso altri familiari”- spiega il Presidente ANMVI. "Per alcuni cani, specie nei molossoidi, la rinuncia è un problema aggravato dal fatto che per questi esemplari è molto più difficile che l'adozione vada a buon fine".

La rinuncia di proprietà ha molteplici cause, non solo di ordine economico. “Spesso c’è stato un grande errore di valutazione nell’acquisto o nell’adozione”- spiega Melosi, che invita a conoscere personalmente il cane, visitando l’allevamento o il canile, seguendo i consigli di possesso responsabile di un Medico Veterinario.
Il cane può manifestare comportamenti indesiderati, rivelarsi impegnativo o manifestare problemi di salute, con la stessa complessità di ogni essere vivente. “E certamente- aggiunge Melosi- comporta una spesa economica di accudimento quotidiano di controlli veterinari periodici. Chi adotta un cane deve sapere che può superare i 20 anni di vita e di convivenza in un nucleo familiare che nel frattempo può cambiare radicalmente, per età, composizione, status economico, condizione abitativa e ambientale”.  Un altro fattore di rischio del nostro tempo- aggiunge Melosi- è il possesso di più animali da compagnia, un fenomeno che spesso confligge con l’organizzazione familiare e con gli equilibri tra vita e lavoro”.

Per coltivare il possesso responsabile, l’ANMVI raccomanda fortemente di frequentare un percorso formativo, il cosiddetto Patentino, e di consultare un Medico Veterinario ancora prima dell’adozione di un animale da compagnia. Per legge è vietato acquistare o adottare un animale da compagnia a distanza, senza adeguate verifiche e contromisure, una norma introdotta per arginare il traffico di cuccioli e di animali senza proprietario, che alimenta un commercio illegale e fraudolento, a spese di ingenui acquirenti e di animali in precarie condizioni di salute e benessere.

La microchippatura con contestuale registrazione nell’anagrafe degli animali da compagnia è il primo gesto di civiltà. L’Italia è fra i pochi Paesi dell’Unione Europea che si è dotata di un sistema nazionale di identificazione degli animali da compagnia, il Sinac del Ministero della Salute. La sua completa implementazione rappresenterà un deterrente e al tempo stesso un rafforzamento del possesso responsabile. Anche sulla spinta di ANMVI in due Regioni, Lombardia e Puglia, la microchippatura del gatto è già obbligatoria.

E’ pur vero che possono verificarsi impedimenti imprevisti o non prevedibili. Quando sono di ordine economico, per disoccupazione o soglia di povertà, l’Associazione ANMVI guarda con favore a forme di compartecipazione pubblica della spesa, anche con un occhio rivolto alla prevenzione delle zoonosi e alla salute pubblica. I rimedi si conoscono: detrazioni fiscali, esenzione da forme di tassazione locale, convenzioni per prestazioni veterinarie primarie, azzeramento dell’IVA sulle cure veterinarie e sugli acquisti di alimenti industriali per animali da compagnia.

Ufficio Stampa ANMVI