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ASSEMBLEA FEEVA

La pandemia è stata lo shutdown del mondo dei cavalli

La pandemia è stata lo shutdown del mondo dei cavalli
La pandemia di Covid-19 si è abbattuta sul mondo dei cavalli con disastrose conseguenze finanziarie, occupazionali e di salute animale. L'analisi del comparto è stata presentata durante l'ultima assemblea generale della FEEVA (Federazione dei Veterinari Europei per Equini) che ha assemblato i report dell'industria equina, dell'allevamento e delle federazioni sportive. Proposte per risollevare ippica e sport equestre all'insegna di cinque "green assets".

Ai lavori, in videoconferenza, per la Veterinaria Italiana hanno partecipato il Past President FEEVA Giorgio Ricardi (SIVE) e Andrea Brignolo (delegato SIVE e membro di due Gruppi di studio della FEEVA).

Le cure veterinarie- Le restrizioni, la sospensione delle attività e l'impossibilità di spostarsi o di trasportare equidi, hanno impedito ai proprietari di prendersi correttamente cura dei loro cavalli. Non sempre i Medici Veterinari hanno potuto raggiungere gli equidi in cura e fornire loro i dovuti trattamenti di prevenzione e di assistenza. Con la pandemia, il rischio di abbandono o di insufficiente accudimento è significativamente cresciuto.

Shutdown del settore equino- La pandemia ha determinato la chiusura degli eventi, del turismo, del training. E' drasticamente calata la domanda di tutte le attività con gli equidi, le corse di cavalli si sono interrotte in quasi tutto il mondo (nell'Unione Europea solo la Svezia ha continuato a organizzare gare di cavalli). La perdita economica, solo nel nel settore sportivo, è stata di 400milioni di euro. Addetti al trotto, al galoppo, fantini e allenatori hanno visto ridotte le entrate fra il 35% e l'85%.

Bloccate anche le scommesse, le attività al dettaglio, la compravendita, i servizi, con conseguenze economiche che hanno generato disoccupazione, debiti e chiusura definitiva delle attività. Le restrizioni alla mobilità hanno fatto crollare il trasporto e la compravendita di cavalli. Ancora oggi, nonostante alcuni allentamenti, le misure non consentono che una debole ripresa degli spostamenti. L'industria dei mangimi del settore ha subito cali di introito fino al 30%. Anche le associazioni protezioniste hanno visto diminuire le donazioni (fino al 83% nel Regno Unito, secondo il National Equine Welfare Council).

Secondo un sondaggio di Hippolia, l'industria equina francese, il 68% degli addetti considera "irrecuperabili" le perdite economiche subite. E alle perdite, in tutti i contesti, si sono aggiunti i costi per adattare le attività consentite ai protocolli sanitari anti-Covid-19.

Cosa serve- Oggi, per rivitalizzare il settore, l'industria equina europea è concentrata sulla ripresa e sulla elaborazione di strategie che non richiedono soltanto risorse finanziarie, ma  anche una maggiore comunicazione dell'impatto della pandemia sul mondo dei cavalli, e innovazione. "Le principali possibilità dipendono dalla visibilità di questo settore" è l'appello del mondo equino che chiede anche attenzione al Legislatore sulle conseguenze sanitarie, possibilmente a partire dalla nuova Legge di Sanità Animale, il Regolamento 2016/429 applicabile in tutti gli Stati Membri dal 21 aprile 2021.
Quanto al Recovery Plan e al Green Deal, le politiche europee e nazionali dovrebbero individuare canali di finanziamento specifico per il settore equino, collegandolo allo sviluppo agricolo e del turismo, settori dai quali potrà derivare linfa economica anche per le corse, l'incremento equino e per la ripresa della formazione e della ricerca.

Il settore rivendica il valore della sostenibilità attorno a cinque assi principali, cosiddetti "green assets": pascolo, biodiversità, territorio turismo e lavoro, quest'ultimo legato alle molteplici attività basate sull'impiego di equini ).

"Naturalmente c'è stato un ampio confronto sulla situazione causata da Covid-19- commenta Andrea Brignolo-  sono emerse notevoli differenze di impatto sulla professione e sull'industria del cavallo tra i vari stati dovuto sia alle differenti restrizioni applicate e sia alle variegate situazioni economiche degli Stati Membri.

Tra gli altri temi trattati durante l'assemblea, ci sono stati il benessere (protocollo eutanasia, linee guida sulla raccolta del sangue al fine della produzione di siero), la diffusione europea della West Nile Disease, che si sta muovendo verso il nord e i vari aspetti della identificazione e delle anagrafi.

"E' stata ancora una volta una magnifica occasione di crescita e confronto fra i vari rappresentanti degli ippiatri europei"- conclude Brignolo, informando che l'assemblea degli Ippiatri europei ha accolto la richiesta di adesione della Associazione di ippiatri della Estonia, "aggiungendo un altro membro alla già nutrita schiera di nazioni aderenti".

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