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USO DEI FARMACI IN ITALIA

Rapporto Osmed: in crescita il consumo di antibiotici

Rapporto Osmed: in crescita il consumo di antibiotici
Nel 2013 ogni italiano ha consumato in media 1.679 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti. Il 70,4% di questi farmaci è stato erogato a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Crescono (+3,5%) anche i consumi di antibiotici. Ancora rilevante, l'uso inappropriato di antibiotici, che supera il 20% in tutte le condizioni cliniche.


L'ultimo Rapporto Osmed sull'impiego di medicinali in Italia contiene diverse analisi sull’appropriatezza d’uso dei medicinali, un tema molto dibattuto negli ultimi anni in Italia, anche per valutare, soprattutto in presenza di un quadro macroeconomico come quello attuale, i dati sulla spesa farmaceutica. La spesa farmaceutica totale, pubblica e privata, è stata pari a 26,1 miliardi di euro (+2,3% rispetto al 2012), di cui il 75,4% rimborsato dal SSN. In media, per ogni cittadino italiano, la spesa per farmaci è stata di circa 436 euro.

+3,5% il consumo di antibiotici- Nel 2013 aumenta del +3,5% il consumo di antibiotici, mentre la spesa si riduce del -3,4%. I maggiori consumi in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, mentre nella Provincia Autonoma di Bolzano, in Liguria, in Friuli Venezia Giulia e nel Veneto si registrano i consumi più bassi.

Appropriatezza d'uso - Si continuano a osservare elevati livelli di inappropriatezza nell'utilizzo dei farmaci antibiotici. L'impiego inappropriato di antibiotici supera il 20% in tutte le condizioni cliniche con particolare impatto per la laringotracheite (49,3%) e la cistite non complicata (36,3%). La percentuale di pazienti avviati al trattamento con epoetina alfa biosimilare è in forte aumento (+71,6%) ed è pari nel 2013 al 41,0%.
Le categorie maggiormente impiegate sono state le associazioni di penicilline, seguite da amoxicillina+acido clavulanico e macrolidi e lincosamidi. Gli antibiotici a brevetto scaduto rappresentano il 90,2% delle dosi di antibiotici totali e il 68,2% della spesa totale per antibiotici.

La medicina generale- L'uso eccessivo di antibiotici pone a rischio sia la salute individuale (esposizione al rischio di reazioni avverse) che la salute pubblica (sviluppo di resistenze). La medicina generale è artefice di circa l'80-90% dell'utilizzo degli antibiotici e costituisce pertanto il punto focale per il monitoraggio del consumo di questa classe di farmaci, nonché il punto su cui è importante agire per migliorarne l'appropriatezza prescrittivi. Ciò è di fondamentale importanza sia per ridurre i rischi connessi alla salute, sia per il controllo della spesa sanitaria.

Antibiotico per un raffreddore? - Le condizioni cliniche per le quali si osserva un impiego di antibiotici più frequentemente inappropriato sono le infezioni acute delle vie respiratorie (IAR) e le infezioni acute non complicate delle basse vie urinarie (IVU). Le IAR, in particolare, rappresentano una delle maggiori cause di morbosità e di mortalità nel mondo. Esse costituiscono circa il 75% degli interventi medici nella stagione invernale e un quarto del carico di lavoro complessivo presso gli ambulatori di medicina generale.
Il Rapporto considera inappropriato l'uso di qualunque antibiotico in presenza di una diagnosi di influenza, raffreddore comune, o laringotracheite acuta, così come non è appropriato l'uso di macrolidi, fluorochinoloni e cefalosporine in presenza di una diagnosi di faringite e tonsillite acuta. Inoltre, è da considerarsi generalmente inappropriato il ricorso a cefalosporine iniettive e fluorochinoloni, nei pazienti con bronchite acuta, in assenza di BPCO, vista l'eziologia prevalentemente virale di tali forme infettive.

pdfTABELLA_PRESCRIZIONI_ANTIBIOTICI_Rapporto_OsMED_2013.pdf186.4 KB