• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31030
XI RAPPORTO

Previdenza, Brambilla: sistema regge in "sottile equilibrio"

Previdenza, Brambilla: sistema regge in "sottile equilibrio"
Anche l'Enpav è monitorato dal consueto rapporto annuale sulla previdenza curato dall'ex Sottosegretario al Lavoro Alberto Brambilla.

Il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali ha pubblicato l’Undicesimo Rapporto “Il Bilancio del Sistema Previdenziale italiano".  Nel Rapporto sono incluse le Casse di Previdenza dei liberi professionisti, con dati pluriennali che coprono fino al 2022,  ultimo anno per il quale sono disponibili dati completi. Il Centro, diretto dall'ex Sottosegretario al Lavoro Alberto Brambilla, si basa sui bilanci consuntivi degli Enti di Previdenza, pubblici e privati.

Enpav- I Veterinari- con i Commercialisti e gli Avvocati- rappresentano i professionisti con il miglior rapporto fra entrate contributive e spesa per pensioni. Grazie all'aumento dei contributi, il  rapporto entrate/uscite dei rispettivi enti di previdenza è definito "buono" . Le entrate contributive veterinarie del 2022 sono state pari a 154,61 milioni di euro. Le prestazioni previdenziali veterinari pari a 63,65 milioni di euro.
Meno brillante il rapporto tra pensionati e iscritti attivi, per il quale svetta la Cassa Forense (solo 12,91 pensionati ogni 100 attivi), mentre per l'Enpav è di 31,15 pensionati su 100 attivi. Il rapporto tra pensionati e iscritti veterinari segnala l'inizio di un inverno demografico che per la Cassa dei Notai (51,86 pensionati su 100 iscritti) è invece conclamato, anzi il più avanzato tra tutte le casse professionali.  I pensionati Enpav nel 2022 sono pari a 8.728 Veterinari; i contribuenti: 28.018.
Infine, tra pensione media e contributo medio si evidenzia un rapporto più basso rispetto al 2021 per tutte le casse con la sola eccezione dei Notai. Gli indici di questo rapporto vanno da 1,32 per i Veterinari al 3,69 degli avvocati.  La contribuzione media annua per i Veterinari nel 2022 è stata di 5.518 euro; la pensione media annua è stata di 7.292 euro.

Pensione media annua di 7.292 euro- Tradotti in euro, i rapporti espressi più sopra portano ad una pensione media annua che per i Veterinari è passata dai 7.082 euro del 2021 ai 7.292 euro del 2022. A questi importi medi corrispondono redditi medi annui di 22.595 euro (2021) e 25.912 euro (2022). Valori che collocano i Veterinari al terzultimo posto nel panorama previdenziale complessivo. I notai si confermano al primo posto della graduatoria con 82.767 euro di pensione media annua (2022) seguiti dai dirigenti di aziende pubbliche (45.887 euro), iscritti al Fondo Volo (45.406), commercialisti (33.464), avvocati (30.071), lavoratori del settore telefonico (27.578) e dipendenti statali (27.139).

Andamento 1989-2022
- Su scala pluriennale, l'andamento dell'Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Veterinari mostra una crescita ininterrotta della pensione media, parallela alla crescita costante del contributo medio versato, nel periodo 1989-2022. L'andamento degli iscritti, invece, mostra una inversione di tendenza segnando -dopo anni di crescita negli ultimi cinque anni- una stasi e l'inizio di una contrazione.   Dai 24.123 contribuenti del 1989, si è arrivati al picco dei 29.252 contribuenti del 2019. Poi la flessione con i 28.018 contribuenti del 2022.

Il bilancio previdenziale- Nel complesso, il Rapporto mostra un sistema previdenziale nazionale "sostenibile" in grado di esserlo "anche tra 10-15 anni, quando la maggior parte dei baby boomer nati dal Dopoguerra al 1980 - in termini previdenziali assai significative data la loro numerosità – si saranno pensionati», ha spiegato il Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali Alberto Brambilla. Ma per mantenere questo "sottile equilibrio", Brambilla invita a tenere conto di alcuni principi fondamentali: 1) le età di pensionamento, attualmente tra le più basse d’Europa (circa 63 anni l’età effettiva di uscita dal lavoro in Italia nonostante un’aspettativa di vita tra le più elevate a livello mondiale), e che dovranno dunque gradualmente aumentare evitando il ricorso a eccessive anticipazioni; 2) l’invecchiamento attivo dei lavoratori, attraverso misure volte a favorire un’adeguata permanenza sul lavoro delle fasce più senior della popolazione; 3) le politiche attive del lavoro, da realizzare di pari passo con un’intensificazione della formazione professionale, anche on the job; 4) la prevenzione, intesa in senso più ampio come capacità di progettare una vecchiaia in buona salute».

Previdenza, il sistema è sostenibile, purché le età di pensionamento siano coerenti con la demografia