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CONSIGLIO DI STATO

La mozzarella di bufala sarà giudicata dalla Corte UE

La mozzarella di bufala sarà  giudicata dalla Corte UE
Non è incostituzionale la separazione fra i locali e del latte da allevamenti non Dop. Se confligge con la UE, lo dirà la Corte di Strasburgo.


E’ rimessa alla Corte di Giustizia UE la questione se - alla luce della disciplina sulle Denominazioni di Origine Protette- possa essere stabilita (come fa la legislazione italiana) una restrizione nell'attività di produzione della mozzarella di bufala Campana Dop. La restrizione riguarda la produzione "da effettuarsi in stabilimenti (e locali) esclusivamente dedicati a tale produzione, e nei quali è vietata la detenzione e lo stoccaggio di latte proveniente da allevamenti non inseriti nel sistema di controllo della Dop mozzarella di bufala Campana".  La norma in discussione è l'art. 4 (Misure per la sicurezza alimentare e la produzione della Mozzarella di Bufala Campana DOP) del decreto 91/2014.

Il rinvio ai Giudici europei è stato deciso dal Consiglio di Stato, dopo le rimostranze di alcuni produttori di mozzarella campana Dop e non Dop o mista, secondo i quali l'obbligo di utilizzare spazi separati "si porrebbe in contrasto con la normativa europea, che pone come suo principale obiettivo quello della valorizzazione del prodotto "protetto" come complemento alla politica di sviluppo rurale e alle politiche agricole, soprattutto delle aree svantaggiate, quale è la Regione Campania".

Per quanto riguarda il diritto italiano, con sentenza parziale del 21 agosto 2018, il Consiglio di Stato ha già dichiarato manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale, poiché la "separazione" garantisce dalle contraffazioni e, dunque, il consumatore finale. In definitiva, "non è configurabile una lesione della libertà d'iniziativa economica". L'ultima parola la dirà la Corte di Giustizia Europea.