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ABRUZZO

Truffa dei cani. Sotto accusa i veterinari Asl

Truffa dei cani. Sotto accusa i veterinari Asl
Tutti a processo per quella che la procura ha definito la truffa dei cani. Il 9 maggio del 2013 la prima udienza.

Il gup  al termine dell'udienza preliminare di ieri pomeriggio, ha rinviato a giudizio tre veterinari della Asl di Teramo e due esponenti di un'associazione animalista teramana. Le accuse ipotizzate, che dovranno essere provate nel corso del dibattimento, vanno dalla truffa ai maltrattamenti agli animali, dall'omissione d'atti d'ufficio alla falsità ideologica. L'azienda sanitaria e La lega difesa del cane di Chieti si sono costituite parte civile.
Secondo la Procura, 64 cani senza padrone raccolti in strada e portati in una struttura di Colleparco (successivamente smantellata) vi sarebbero stati trattenuti mesi e mesi indebitamente, oltre il periodo necessario a compiere le operazioni di microchippatura e sterilizzazione previste dalla legge prima della reimmissione sul territorio. Questo, sempre secondo l'accusa, perchè tenere gli animali "parcheggiati" imponeva ai Comuni "proprietari" degli stessi un esborso per garantire loro vitto e alloggio (due euro e 50 centesimi al giorno per ciascun cane).

Somme che, a quanto ritengono gli inquirenti, venivano incassate dai gestori della struttura attraverso i contributi che di volta in volta arrivavano dai Comuni per il mantenimento degli animali. Per far sì che i cani venissero trattenuti occorreva però una certificazione che attestasse il loro cattivo stato di salute e la loro potenziale pericolosità a livello igienico-sanitario. Per questo sotto accusa sono finiti anche i veterinari. Il Comune più danneggiato è quello di Teramo, che avrebbe speso oltre 250mila euro per mantenere decine e decine di cani. Le indagini sono state portate avanti dagli agenti della Forestale. Sono stati rinviati a giudizio cinque persone: gli esponenti dell'associazione che gestiva la struttura di ricovero finita nelle indagini (uno di loro è indagato anche per esercizio abusivo della professione); il responsabile dell'unità di randagismo dell'Asl; il direttore del dipartimento di prevenzione e responsabile del servizio sanità animale dell'Asl; il responsabile del servizio igiene degli allevamenti e produzioni zootecniche.

Quanto all'abuso di professione, secondo il magistrato l'indagato sarebbe sostituito al medico nella gestione sanitaria degli animali, facendo esami diagnostici e somministrando trattamenti terapeutici di competenza del medico. Un'accusa comune a tutti è quella dei maltrattamenti ad animali: secondo il magistrato avrebbero sottoposto 64 cani e 70 gatti a sevizie e fatiche costringendoli a vivere ammassati in ambienti angusti. Accuse che, naturalmente, dovranno essere provate durante il dibattimento.

L'azienda sanitaria si è costituita parte civile. (fonte: Il Centro)