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RANDAGISMO

Canile municipale: il Tar di Lecce sospende il bando

Canile municipale: il Tar di Lecce sospende il bando
In attesa del pronunciamento in aprile, i giudici del Tar hanno chiesto al Comune di Lecce chiarimenti sulle "iniziative assunte - in base alla normativa regionale - per affrontare la questione del randagismo con riferimento alla creazione di un canile rifugio municipale".

Il Tribunale ha temporaneamente fermato l'aggiudicazione del bando del Comune di Lecce, dopo il ricorso presentato dall'associazione animalista "Le randage", contro l'affidamento ad altra struttura del servizio di ricovero, custodia e mantenimento di buona parte degli animali ospitati fino ad oggi presso il rifugio Lovely.

La gara bandita dal Comune di Lecce - importo 289mila euro – era per il servizio di trasferimento, ricovero, custodia e mantenimento in rifugi dei cani randagi ospitati attualmente dal rifugio "Lovely" ( circa 240). Oggetto della gara è la formazione di una graduatoria dei soggetti e delle strutture idonee per ospitare 440 cani randagi di competenza del Comune di Lecce che, in attesa della costruzione di una nuova struttura di ricovero, più volte annunciata ma ancora sulla carta, ha deciso per questa soluzione. Le buste con le offerte sono state aperte il 29 dicembre e la migliore è risultata essere quella avanzata dal canile di Carovigno (Br) con un ribasso dello 0,5 per cento.
Per le ricorrente è necessario che "le gare pubbliche in materia adottino per l'aggiudicazione non il criterio del prezzo più basso, ma quello basato su valutazioni di carattere qualitativo che tengano in debito conto le necessità etologiche degli animali e che sia accordata preferenza, nella selezione, alle associazioni animaliste riconosciute".

Nel bando era scritto che "alla gara possono partecipare gli enti e le associazioni iscritti nell'albo regionale previsto ai sensi dell'articolo 13 della legge regionale numero 12 del 3 aprile del 1995, nonché privati che siano proprietari o gestori di rifugi e o canili ubicati nell'ambito del territorio regionale che abbiano una ricezione minima di 20 unità a disposizione di questa stazione appaltante". Una previsione che, evidentemente, non è stata ritenuta sufficientemente garantista.

Ha commentato la consigliera comunale del Pd, Angelamaria Spagnolo: "il Comune dovrà non solo presentare le carte ma anche spiegare cosa ha fatto e cosa non ha fatto per la salvaguardia della salute dei cani randagi sul suo territorio. E spiegare perché affidare 200 cani - su circa 300 - a un canile che non è gestito, come prescrive la legge regionale, da associazioni animaliste iscritte all'apposito albo".

La sorte del Lovely e dei cani che ci vivono è ricorsa spesso nelle cronache cittadine, ora per le incomprensioni tra volontari e personale della Lupiae Servizi, ora per i dissidi tra la proprietà della struttura e l'amministrazione comunale. Ma i toni si sono fatti anche più accesi e la consigliera Spagnolo è stata querelata dal veterinario convenzionato con il Comune.