In seguito al provvedimento, l'Istituto ha pubblicato una nota: "in attesa della definizione delle modalità di passaggio delle funzioni relative alla previdenza dei dipendenti pubblici all'Inps, le prestazioni fino ad oggi garantite dall'Inpdap non subiranno nessuna interruzione. Gli utenti, pertanto, continueranno a far riferimento alle sedi Inpdap".
La soppressione immediata dell'INPDAP (e dell'ENPALS) è tesa a "migliorare l'efficacia e l'efficienza dell'azione amministrativa nel settore previdenziale e assistenziale". Le relative funzioni sono attribuite all'INPS e, con appositi decreti di natura non regolamentare dei Ministri competenti sarà disposto il trasferimento all'INPS delle risorse strumentali, umane e finanziarie degli enti soppressi.
In seguito alla soppressione, l'INPS dovrà provvedere al proprio riassetto organizzativo, in modo da raggiungere l'obiettivo di riduzione complessiva dei costi di funzionamento in misura pari ad almeno 20 milioni di euro nel 2012, 50 milioni di euro per il 2013, 100 milioni di euro a decorrere dal 2014.
Il testo del decreto 201/2011 in Gazzetta Ufficiale smentisce anche le voci, circolate alla vigilia della pubblicazione, sul presunto accorpamento delle casse di previdenza privatizzate all'interno dell'INPS. Un'ipotesi non avvalorata dalle dichiarazioni del Ministro Elsa Fornero durante la conferenza stampa del 4 dicembre e di cui il decreto "Salva Italia" non fa menzione. Cosa diversa è il dibattito, annoso e irrisolto, sull'unificazione delle casse dei professionisti, ma nemmeno di questo si parla nel famigerato articolo 24 della manovra.