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EMERGENZA SELVATICI

Cinghiali in Puglia, consentire agli allevatori interventi diretti

Cinghiali in Puglia, consentire agli allevatori interventi diretti
In Puglia, l'abbattimento selettivo dei cinghiali è in ritardo. Lo segnala l'On Gatta: agricoltori e allevatori chiedono di difendere le proprie attività, in assenza di piani regionali.

L'On Giandiego Gatta (Forza Italia) ha chiesto al Masaf misure speciali per difendere gli agricoltori pugliesi dai danni causati dai cinghiali. Secondo gli agricoltori e gli enti territoriali pugliesi le attività di controllo dei cinghiali "non bastano ad affrontare con efficacia l'emergenza". In Puglia, fa sapere l'On Gatta, c'è una popolazione di 250.000 cinghiali "che lo scorso anno ha prodotto danni alle colture per oltre 30 milioni di euro". I branchi- ha aggiunto-  "si spingono fin dentro i centri urbani, mentre nelle campagne di notte regna un clima di insicurezza non solo per quel che riguarda la circolazione stradale, ma anche all'interno delle stesse aziende agricole".

In Puglia- dichiara l'onorevole interrogante- " le attività di abbattimento selettivo sono in ritardo, il periodo di caccia è troppo ristretto, la modalità di caccia utilizzata (tecnica dell'appostamento fisso) appaiono insufficienti e le aree di caccia eccessivamente limitate". La richiesta è di consentire agli agricoltori e allevatori pugliesi "di difendere con ulteriori mezzi le proprie attività, anche in assenza di adeguati piani regionali straordinari di contenimento". 

Il Sottosegretario al Masaf Luigi D'Eramo ha riferito che il Decreto Agricoltura approvato il 6 maggio dal  Consiglio dei ministri prevede in aggiunta alle risorse già stanziate, l'utilizzo di 177 unità di personale delle forze armate che saranno a disposizione del Commissario straordinario. Per il potenziamento della struttura commissariale, è stata prevista la possibilità di impiego delle organizzazioni di volontariato della protezione civile, sino ad oggi non consentito per le emergenze che riguardano gli animali. Inoltre, il decreto-legge prevede lo stanziamento di ulteriori 20 milioni di euro per sostenere la realizzazione di interventi di biosicurezza.

"Si interverrà anche in sede europea- ha concluso D'Eramo-  al fine di proporre una revisione della normativa finalizzata ad inibire l'export solo a quelle aziende che non hanno attuato le specifiche dovute misure di biosicurezza, superando così l'attuale indirizzo che impone misure di contenimento generalizzate".

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