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SALARIO MINIMO

La retribuzione "è materia della contrattazione collettiva"

La retribuzione "è materia della contrattazione collettiva"
No a norme "calate dall'alto". Per Confprofessioni il ruolo della contrattazione collettiva "deve rimanere centrale". Nel CCNL più flessibilità e garanzie.


Nella regolazione della materia salariale, Confprofessioni ribadisce il ruolo della contrattazione collettiva e delle parti sociali. Ascoltata ieri in XI Commissione Lavoro, Confprofessioni-  firmataria del CCNL dei dipendenti dei professionisti- ha ribadito che "l'unica strada percorribile in materia salariale resta il contratto collettivo di lavoro".
I deputati della XI Commissione stanno discutendo quattro risoluzioni parlamentari che chiedono al Governo di istituire per legge la retribuzione minima oraria.

Per il Presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, nello strumento contrattuale è presente "una ampia cornice di istituti e diritti contrattuali", più garantista del salario minimo legale prefigurato dalle risoluzioni in discussione. Il CCNL, infatti, consente di "regolamentare le retribuzioni in maniera differenziata a seconda delle posizioni occupate". Al contrario, il salario minimo legale "sarebbe caratterizzato da una certa rigidità - fa notare Stella- e non consentirebbe un utile adattamento degli elementi economici di fronte alle dinamiche, in costante evoluzione, del mercato del lavoro, nonché alle dimensione delle imprese e alle differenze territoriali".

Semmai, conclude Stella, sarebbe più opportuno "promuovere l'applicazione dei contratti collettivi e semplificare il quadro della contrattazione collettiva".


Le risoluzioni sulla retribuzione minima oraria
7-00012 Rizzetto (Fratelli d'Italia)
7-00215 Serracchiani (PD)
7-00216 Segneri (M5S)
7-00234 Murelli (Lega)