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RISOLUZIONE ALLA CAMERA

Etichetta d'origine per fermare la crisi della filiera cunicola

Etichetta d'origine per fermare la crisi della filiera cunicola
Una risoluzione chiede l'obbligo di etichettatura d'origine anche per la carne di coniglio, "il cui consumo è molto diffuso a livello nazionale".

Per fronteggiare la crisi della filiera cunicola, una risoluzione parlamentare impegna il Governo "ad attivarsi nelle opportune sedi europee per l'inserimento, nella normativa dell'Unione, dell'obbligo di etichettatura di origine per le carni di coniglio e per i prodotti trasformati a base di coniglio". La risoluzione- alla quale se ne affiancherà un'altra annunciata dall'On Chiara Gagnarli (M5S) - chiede "ogni iniziativa possibile e utile per tutelare gli allevatori e i produttori e per sostenere la filiera".

La risoluzione- che deve ancora essere votata dalla Commissione Agricoltura della Camera- è stata illustrata dall'On Guglielmo Golinelli (Lega), primo firmatario.
"Mentre la normativa europea ha istituito un sistema di identificazione e di registrazione dei bovini e di etichettatura delle carni bovine e dei prodotti a base di carni bovine, nonché delle carni fresche suine, ovine, caprine e di volatili, resta ancora esclusa dall'obbligo di etichettatura d'origine, oltre alla carne di cavallo, anche quella di coniglio, il cui consumo è molto diffuso a livello nazionale"- ha dichiarato. Un simile obbligo, invece, "potrebbe garantire una maggiore trasparenza sul luogo di nascita, allevamento e macellazione nonché una migliore tutela per gli allevamenti italiani e per i consumatori".

Concorde l'On Gagnarli che ha dichiarato di condividere i contenuti della risoluzione del deputato Golinelli e che- nella risoluzione che sarà presentata dal suo gruppo - si terrà conto anche del lavoro svolto nella scorsa legislatura.

Negli ultimi anni le importazioni italiane hanno subito una trasformazione-  spiega Golinelli-  quelle dalla Germania, che non è un Paese produttore, sono passate dal 10,6 al 41,3 per cento, superando le esportazioni spagnole e francesi. Il volume delle importazioni dalla sola Germania è di duemila tonnellate l'anno, mentre ci sono dubbi sulla provenienza di conigli (congelati o refrigerati) da altre zone europee o extraeuropee. Tanto è vero che è stata anche denunciata la presenza di un «mercato parallelo» d'importazione dei conigli da Paesi extraeuropei, in particolare dalla Cina".

Iniziative per fronteggiare la crisi della filiera cunicola.