Più animali nelle case, fatturato in aumento. La sfida della pandemia alla farmaceutica è la variazione dei canali distributivi.
La pandemia non ha penalizzato il comparto. “Tutt’altro. Soprattutto nel settore veterinario, dove principalmente opera il mio gruppo, i risultati del 2020 sono stati assolutamente inattesi”. Così Luca Cravero, general manager di Candioli, l’azienda farmaceutica di famiglia da quattro generazioni, intervistato sull’andamento del settore da Repubblica. Cravero aggiunge: “Siamo cresciuti del 22%, una cifra davvero impensabile un anno fa alla vigilia del primo lockdown. Invece abbiamo raggiunto i 22 milioni di fatturato, di cui il 25% all’estero. A Candioli abbiamo 70 addetti e una forza vendita di 120 persone”.
Effetto lockdown- Nelle case sono entrati più animali (“sono stati presi d’assalgo canili e gattili”), ma anche più farmaci veterinari. “Le persone hanno seguito di più la salute degli amici a quattro zampe- spiega Cravero- E poi, complice lo smart working, sono stati di più a casa, cosicché hanno anche stressato gli animali. Non ha idea delle cistiti nervose dei gatti abituati a restare molto da soli”
La farmaceutica veterinaria- “L’emergenza sanitaria lascia molte incertezze, specie in campo industriale. Non è serio fare previsioni. Di certo, però, la variazione dei canali distributivi, con l’e-commerce, sta cambiando molto il nostro settore. Non tanto dal punto di vista produttivo, ma sulle modalità di stock delle farmacie e parafarmacie. Gli ordini on line e la velocità di consegna marcheranno la differenza. C’è chi si sta organizzando con le stesse modalità di Glovo o Deliveroo”.
Produrre il vaccino anti-Covid? “Al momento direi di no. Non se ne parla, anche se alcuni avrebbero le competenze. Alcune nostre aziende sarebbero in grado di realizzare i kit diagnostici. Ma non vogliono i Veterinari”.