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EFSA

Rift Valley: animali infetti dall’Africa orientale e dalla penisola araba

Rift Valley: animali infetti dall’Africa orientale e dalla penisola araba
La regione del Mediterraneo meridionale offre le condizioni climatiche e ambientali favorevoli alla presenza dei vettori della malattia, soprattutto in estate e in autunno.
L'introduzione della febbre della valle del Rift nei Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente che si affacciano sul Mar Mediterraneo è riconducibile, con tutta probabilità, ai movimenti incontrollati di animali infetti provenienti dall'Africa orientale e dalla penisola araba. È questo uno dei risultati contenuti in un parere del gruppo di esperti scientifici sulla salute e il benessere degli animali (AHAW) dell'EFSA. In base alle prove fornite dalla letteratura scientifica e dalle relazioni sui focolai infettivi, il gruppo di esperti scientifici AHAW è giunto alla conclusione che, negli ultimi 10 anni, la febbre della valle del Rift non si è diffusa verso nuovi Paesi. Il gruppo di esperti ha osservato, tuttavia, uno spostamento della malattia a nord nel territorio della Mauritania, verso un'area desertica.

Osservando la distribuzione geografica delle zanzare responsabili della trasmissione del virus, il gruppo di esperti scientifici AHAW ha riscontrato che la regione del Mediterraneo meridionale offre le condizioni climatiche (piogge e temperature) e ambientali favorevoli alla presenza dei vettori della malattia, soprattutto in estate e in autunno.

Se si sviluppa un focolaio infettivo, la malattia potrebbe essere introdotta nei Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente dagli animali infetti che si spostano verso nord dall'Africa orientale o attraverso la penisola araba. Altre vie d'ingresso meno probabili sono i movimenti degli animali dall'Africa centrale e occidentale. Il gruppo di esperti ha messo a punto un modello per valutare e quantificare il rischio di ingresso del virus della febbre della valle del Rift in Nord Africa e Medio Oriente in caso di focolaio infettivo. Gli esperti hanno ritenuto meno probabile un'introduzione del virus della febbre della valle del Rift attraverso il movimento delle zanzare, rispetto agli animali infetti.

Il parere ha evidenziato inoltre che, se si verificasse un focolaio infettivo di febbre della valle del Rift nei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, la malattia si diffonderebbe potenzialmente lungo le zone costiere del Delta del Nilo, a causa della densità del bestiame e della presenza in quest'area di zanzare in grado di trasmettere il virus.

Per proteggere l'Europa e i Paesi del Mediterraneo confinanti dalla possibile introduzione e diffusione della febbre della valle del Rift, il gruppo di esperti scientifici AHAW ha espresso una serie di raccomandazioni. È necessario mettere a punto strumenti efficaci di sorveglianza, monitoraggio e segnalazione per meglio rilevare le variazioni nell'insorgenza della malattia negli animali. Servono poi ulteriori indagini per mappare le variazioni stagionali nella presenza delle zanzare e per comprendere meglio l'efficacia di questi vettori nella trasmissione della malattia. Occorre inoltre impegnarsi a monitorare il possibile movimento degli animali verso il Nord Africa e il Medio Oriente.