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EDITORIALE DELLA SETTIMANA

Disciplina premiale al professionista leale

Disciplina premiale al professionista leale
Dopo aver varato i correttivi applicabili al 2012, all'Agenzia delle Entrate si lavora alla disciplina premiale.

Possiamo guardare agli Studi di Settore come ad un banco di prova della lealtà del professionista contribuente. Sicuramente all'Agenzia delle Entrate li vedono anche sotto questa luce e non è sfuggito a nessuno che in questi anni questo strumento ha contribuito a far emergere il sommerso. E' unanimemente riconosciuto, infatti, che l'aumento del gettito fiscale è la logica conseguenza di dichiarazioni veritiere e adesso il Fisco è disposto a valutare meccanismi premiali per i contribuenti "congrui e coerenti". Ma ci va coi piedi di piombo.

I professionisti devono credere nel proprio Studio di Settore, correggerlo quando è necessario, sempre facendo in modo che questo strumento presuntivo diventi il cardine del rapporto di fiducia con il Fisco, il quale – non dimentichiamolo- ha sempre la facoltà di procedere ad indagini ulteriori quando non a veri e propri accertamenti.

Risultare "congrui" e "coerenti" attraverso lo Studio di Settore, rispecchiando correttamente e fedelmente la propria attività, individuale e di comparto, è una risorsa da far valere ora che si inizia a parlare di disciplina premiale. Il meccanismo è molto chiaro: agevolare i soggetti che assolvono agli obblighi di comunicazione dei dati rilevanti per l'applicazione degli studi, che risultano coerenti con gli indicatori e che magari dichiarano ricavi o compensi pari o superiori degli studi di settore. Verso il professionista che risulta "congruo e coerente" l'amministrazione si impegnerebbe a: 1) precludere gli accertamenti di tipo analitico presuntivo; 2) procedere alla determinazione sintetica del reddito complessivo solo quando quest'ultimo eccede di almeno un terzo quello dichiarato; 3) a ridurre di un anno il termine di decadenza per l'attività di accertamento per imposte dirette e Iva.

A tutto questo si arriva se gli Studi di Settore si confermano come strumenti credibili, con dati e comunicazioni credibili. Non è un segreto per nessuno, certamente non lo è per il Fisco, che la crisi- vera e dura- è avvertita più fortemente dai contribuenti che fino a qualche tempo fa non erano in regola e ora sono stati costretti ad esserlo ( qualcuno che non sta diventando meno ricco, ma semplicemente dichiara e versa di più).

In Confprofessioni e alla SOSE per almeno un paio di mesi lavoreremo alla disciplina premiale cercando di ristabilire un rapporto fiduciario col Fisco, più paritetico. Le premesse ci sono e sono orgoglioso di dire che noi Medici Veterinari – ottenendo la correzione delle metodologie di controllo fiscale sulle nostre attività – abbiamo fatto scuola verso altre professioni. Ma un fatto è certo: crisi e sommerso non stanno insieme e su questo non c'è più nessuno disposto a tollerare che le mancanze fiscali di qualcuno le paghi qualcun altro.


Giuliano Lazzarini, Referente ANMVI per gli Studi di Settore