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CREA-SWG ITALIA

Indagine sui comportamenti alimentari degli italiani

Indagine sui comportamenti alimentari degli italiani
Un italiano su quattro non vuole rinunciare a mangiare carne e il 61% dei consumatori rifiuta la carne sintetica. I risultati dell'indagine del Crea e SWG italia.

Il 67% degli italiani rifiuta gli insetti e i cibi a base di insetti, mentre il 52% è convinto che la carne sia necessaria per avere una dieta bilanciata. E' quanto emerge da uno studio del Crea e SWG Italia, su un campione di 815 adulti.

Sostenibilità alimentare, fonti di proteine alternative alla carne, comportamenti alimentari sono questi i temi su cui si sono espressi gli intervistati. L'indagine, pubblicata sulla rivista scientifica “Nutrients”, mira a comprendere il livello di consapevolezza dei consumatori italiani in tema di sostenibilità alimentare e capire le loro opinioni sulle proteine alternative.

La dirigente di ricerca del Crea Alimenti e Nutrizione, Laura Rossi, ha commentato i risultati dichiarato che "il 51% degli intervistati ha ridotto il consumo della carne per questioni ambientali, mentre il 27%, invece, non lo ha fatto e non intende farlo in futuro, non almeno per questi stessi motivi".

Consapevolezza alimentare -La mancanza di consapevolezza delle conseguenze delle scelte alimentari sull'ambiente è stata riscontrata nel 45% dei consumatori.

Dieta mediterranea - Gli alimenti tipici della dieta mediterranea sono stati selezionati come fonti proteiche preferite in sostituzione della carne. "Il campione, ha mostrato di accettare come alternative alla carne gli alimenti tipicamente raccomandati nelle linee guida dietetiche italiane" ha proseguito Laura Rossi dichiarando che l'84% sostituisce la carne con i legumi, l'82% con le uova, il 77% con il pesce, il 72% con i formaggi e il 69% con frutta secca in guscio.

Carne sintetica - Il 61% dei rispondenti rifiuta sia la carne sintetica che i prodotti di origine vegetale che mimano la carne con derivati OGM.

Dai risultati emerge che il 90% del campione si ritiene in qualche modo predisposto al cambiamento e chiede interventi più attivi da parte di organi terzi nazionali e/o europei purché non siano però la tassazione dei prodotti non sostenibili o la limitazione nei punti di vendita.