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SANTA SEDE

Pediatri e Veterinari, il discorso di Papa Francesco

Pediatri e Veterinari, il discorso di Papa Francesco
Il Pontefice ai Pediatri: "Forse non dovrei dirlo. Il vostro compito è molto limitato, ma cresce quello dei veterinari! E questo non è un buon segnale".

Papa Francesco ha tenuto un discorso ai membri dell'Associazione otorinolaringologi ospedalieri italiani (Aooi) e della Federazione italiana medici pediatrici (Fimp). Nell'Aula Paolo VI, sabato 18 novembre, il Santo Padre è  tornato a parlare di inverno demografico, mettendo in contrapposizione l'aumento di animali con la denatalità.

"Voi pediatri, in particolare, siete punti di riferimento per le giovani coppie- ha dichiarato Papa Francesco. "Li aiutate nel loro compito di accompagnare i bambini nella crescita. I figli sono sempre un dono e una benedizione del Signore: nei Salmi c’è quella bella immagine della famiglia riunita intorno alla mensa con i figli «come virgulti d’ulivo» (Sal 128,3). L’Italia purtroppo è un Paese che invecchia: speriamo che si possa invertire la tendenza, creando condizioni favorevoli perché i giovani abbiano più fiducia e ritrovino il coraggio e la gioia di diventare genitori".

E subito dopo: "Forse questo non dovrei dirlo, ma lo dico: oggi si preferisce avere un cagnolino che un figlio. Il vostro compito è molto limitato, ma cresce quello dei veterinari! E questo non è un buon segnale".

Medici in fuga e la tutela della sanità pubblica italiana-  Il Santo Padre ha anche parlato della "costante carenza di personale, che porta a carichi di lavoro ingestibili e alla conseguente fuga dalle professioni sanitarie". La perdurante crisi economica incide sulla qualità della vita dei pazienti e dei medici: quante diagnosi precoci non vengono fatte? Quante persone rinunciano a curarsi? Quanti medici e infermieri, sfiduciati e stanchi, abbandonano o preferiscono andare a lavorare all’estero?"

Secondo Papa Francesco questi sono alcuni dei fattori "che ledono l’esercizio di quel diritto alla salute che fa parte del patrimonio della dottrina sociale della Chiesa e che è sancito dalla Costituzione italiana quale diritto dell’individuo, cioè di tutti – nessuno escluso –, specialmente dei più deboli, e quale interesse della collettività, perché la salute è un bene comune".

E a seguire: "La sanità pubblica italiana è fondata sui principi di universalità, equità, solidarietà, che però oggi rischiano di non essere applicati. Per favore, conservate questo sistema, che è un sistema popolare nel senso di servizio al popolo, e non cadete nell’idea forse troppo efficientista – alcuni dicono “moderna” –: soltanto la medicina pre-pagata o quella a pagamento e poi nient’altro. No. Questo sistema va curato, va fatto crescere, perché è un sistema di servizio al popolo".