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ABBATTIMENTI A ZINASCO

PSA e suidi non dpa, la Fnovi risponde a 87 Colleghi

PSA e suidi non dpa, la Fnovi risponde a 87 Colleghi
La Fnovi si dice pronta a ricevere "un documento elaborato in scienza, coscienza e professionalità per promuovere una riflessione generale su i rifugi e la loro gestione".

E' la conclusione della risposta data dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari a 87 Medici Veterinari che nei giorni scorsi hanno sollecitato l'Ordine professionale sul “Progetto Cuori Liberi” di Zinasco (PV): “Riteniamo doverosa una riflessione sul nostro ruolo - scriveveno i firmatari- e un ripensamento di fronte a certe situazioni che richiedono e richiederanno sempre più la nostra attenzione “. Nel rifugio pavese, le operazioni di eutanasia si sono concluse il 20 settembre scorso. Circa 40 i capi infetti, per una malattia altamente diffusiva che ad oggi non conosce terapie nè vaccini. Le misure della ATS hanno richiesto l'intervento delle forze di polizia per gli scontri con numerosi attivisti.

Secondo la Fnovi la portata del Regolamento di sanità animale UE 2016/429 "probabilmente non è stata compresa nella sua interezza e complessità". Da un punto di vista istituzionale la Federazione è del parere che "il rispetto delle regole non possa essere messo in discussione". L'apporto della professione veterinaria "deve essere continuo a cominciare dalla prevenzione delle malattie".  Le considerazioni etiche "non modificano il comportamento  degli agenti patogeni" e per alcuni elementi, come il rispetto delle norme di biosicurezza. "non ci possono essere differenze o deroghe per ogni struttura che detiene o ospita animali".

Spazi di riflessione e legislazione- Tuttavia, è nel ruolo della Federazione "stimolare le riflessione e sollecitare il legislatore su tematiche attuali come i rifugi per animali".  La Fnovi richiama in particolare il considerando n. 7 del Regolamento 2016/429, nel quale si esplicita che il regolamento " non contiene disposizioni che disciplinano il benessere degli animali". Tuttavia, osserva la Fnovi, sanità e benessere animale sono interconnessi: le misure di prevenzione e controllo delle malattie trasmissibili possono risparmiare agli animali dolori, ansia o sofferenze evitabili.  La conclusione è "la disponibilità di Fnovi a ricevere un documento elaborato in scienza, coscienza e professionalità per promuovere una riflessione generale su i rifugi e la loro gestione".

Il Tar Lombardia- Il 5 ottobre il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia ha dichiarato “improcedibile” la domanda cautelare presentata dalle associazioni protezioniste sostenitrici del “Progetto Cuori liberi”. Le associazioni chiedevano, per presunta illegittimità, la sospensione cautelativa della Ordinanza emessa dal direttore del Dipartimento veterinario della ATS Pavia, che disponeva il sequestro e l’abbattimento per focolaio di Peste Suina Africana nel rifugio. Troppo tardi per una sospensione:  “In ragione dell’intervenuto decesso degli animali  - si legge agli atti - è venuto meno l’interesse alla definizione della domanda cautelare”. Ma il giudizio è destinato a proseguire per l’accertamento della eventuale illegittimità dell’atto ai fini risarcitori. 

Precedenti- La vicenda "Cuori Liberi" di Zinasco ha un precedente analogo nella "Sfattoria degli Ultimi". A ottobre di un anno fa, il Tar Lazio annullava il provvedimento della Azienda Sanitaria Locale che disponeva l'abbattimento di suini e cinghiali, circa 140 suidi in totale della Sfattoria in quanto situata in “zona rossa per PSA”. Tuttavia il Tar, nel richiedere alla Asl di riesaminare la situazione, ha lasciato impregiudicate le determinazioni ministeriali e regionali per PSA.
Inediti scenari di contenzioso giudiziario sono aperti anche per gli allevamenti "familiari" di suini in area PSA: il Tar di Salerno ha chiesto il "minor sacrificio" nella ponderazione di interessi confliggenti, fra eradicazione della Peste Suina Africana e risparmio di suini non infetti. 

Suini non dpa-  Il Regolamento (UE) 2016/429 (Animal Health Law) non contempla il suino tra le specie di animali da compagnia, tuttavia il Ministero della Salute ha disposto specifiche misure, ma la PSA  "è  una malattia altamente diffusiva e contagiosa per tutti i suini- ha rimarcato il Ministero- le misure di monitoraggio e prevenzione devono necessariamente interessare tutti i suini presenti sul territorio nazionale, inclusi quelli detenuti per finalità diverse dagli usi zootecnici e dalla produzione di alimenti.