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DECRETO ENERGIA

Sottoprodotti dirottati sul biogas, Assalzoo: "devastante"

Sottoprodotti dirottati sul biogas, Assalzoo: "devastante"
Una modifica del Parlamento al Decreto del Governo sulla crisi energetica potrebbe avere conseguenze "devastanti" sul settore dell’alimentazione animale e della zootecnia.

La legge di conversione del "decreto energia" - definitivamente approvata dal Parlamento- ha introdotto un nuovo articolo 12 bis (Sottoprodotti utilizzabili negli impianti per la produzione di biogas e biometano) che ammette l'ingresso negli impianti per la produzione di biogas e biometano anche dei sottoprodotti provenienti da attività agricola e di allevamento e provenienti da attività alimentari ed agroindustriali. L'obiettivo è di semplificare il processo produttivo negli impianti per la produzione di biogas e biometano.

Tra questi figurano i prodotti derivanti dalla lavorazione dei cereali, che l’Italia è costretta a importare  da Paesi terzi " massicciamente, a caro prezzo". Per questo Assalzoo, l'Associazione nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici, chiede che il Governo torni sui suoi passi e comprenda che la produzione agro-alimentare è "una priorità assoluta e necessaria che non può essere sacrificata per la produzione di energia". La norma per Assalzoo "mette a rischio la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari".

Infatti, "dirottare i sottoprodotti alimentari, da sempre impiegati per la produzione di alimenti per animali, all’uso per la produzione di biogas"- dichiara l'Associazione-  "sottrae risorse preziose per la produzione alimentare e rischia di colpire gravemente il settore agro-zootecnico-alimentare italiano".

Sono circa 9 milioni di tonnellate all’anno di materie prime secondarie provenienti da questi e da altri circuiti alimentari che vengono valorizzate dalla mangimistica italiana per la produzione di alimenti destinati al bestiame allevato nel nostro Paese". Prevedere la possibilità di utilizzare questi sottoprodotti per la produzione di biogas - secondo Assalzoo- rischia di creare una concorrenza sleale e innaturale tra il settore energetico e quello alimentare, con il rischio di rialzi di presso anche per i consumatori di prodotti alimentari di origine animale.