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Zoonosi TBE

IZSVE, primo caso di encefalite da zecche in un capriolo

IZSVE, primo caso di encefalite da zecche in un capriolo
Primo caso di Encefalite da zecche in un capriolo nella provincia di Belluno. IZSVE: "Mai segnalati prima casi clinici di TBE nei cervidi".

L'istituto Zooprofilattico delle Venezie informa della scoperta da parte dei loro ricercatori di un caso di Encefalite da zecca in un capriolo, di un anno, in provincia di Belluno, area in cui la malattie è endemica, la singolarità dello studio è che prima d'ora la zoonosi causata dal virus dell'encefalite da zecche (TBE-Tick Borne Encephalitis) non si era mai manifestata nei cervidi.  

Lo studio diffuso dalla rivista scientifica Viruses informa che "il capriolo colpito presentava atassia, movimenti barcollanti, tremori muscolari, appoggio a base larga degli arti anteriori, movimenti ripetitivi della testa, digrignamento persistente dei denti, ipersalivazione e decubito prolungato. L'autopsia non ha rivelato lesioni significative per spiegare i segni neurologici. L'RNA di TBEV è stato rilevato nel cervello mediante RT-PCR in tempo reale ed è stato sequenziato il genoma virale quasi completo (10.897 nucleotidi). L'analisi filogenetica del gene che codifica per la proteina dell'involucro ha rivelato una stretta relazione con TBEV del sottotipo europeo e una somiglianza del 100% con una sequenza parziale (520 nucleotidi) di un TBEV trovato nelle zecche nella confinante provincia di Trento. L'esame istologico del mesencefalo ha rivelato encefalite linfoistiocitica, satellitosi e microgliosi, coerenti con un'eziologia virale. Altre eziologie virali sono state escluse dall'analisi metagenomica del cervello".

L'encefalite da zecche è una zoonosi grave trasmessa principalmente attraverso i morsi delle zecche e si manifesta nel sistema nervoso centrale, i vettori della malattia in Europa sono principalmente le zecche Ixodes ricinus.

L'Istituto informa che "Il caso descritto non è da interpretare come un’allerta" perchè la zona del Veneto come l'Italia nord orientale era già un'area notoriamente endemica per la malattia, ma che al contempo la TBE rischia di verificarsi prima nell'uomo piuttosto che per gli animali.

Lo studio mette in luce l’importanza della sorveglianza sanitaria sulla fauna e del suo inquadramento nel contesto ecologico.