La creazione dell'Osservatorio nazionale è prevista dalla Legge 113/2020 che lo incardina presso la Direzione Generale delle Professioni Sanitarie del Ministero della Salute. La composizione è dettata dall'articolo 2 della stessa Legge, prevedendo la partecipazione di esponenti istituzionali, rappresentanti sindacali e dell'Ordine di ciascuna professione.
Seguendo il criterio della parità di genere, l'Osservatorio sarà costituito "per la sua metà da rappresentanti donne". Una volta insediato, dovrà definire un proprio regolamento organizzativo e di funzionamento. Una volta all'anno il nuovo organismo dovrà riferire al Ministero della Salute circa le proprie attività, così definite dalla Legge istitutiva:
a) monitorare gli episodi di violenza commessi ai danni dei sanitari nell'esercizio delle loro funzioni;
b) monitorare gli eventi sentinella
c) promuovere studi e analisi per la formulazione di proposte idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti piu' esposti;
d) monitorare l'attuazione delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro anche promuovendo l'utilizzo di strumenti di videosorveglianza;
e) promuovere la diffusione delle buone prassi in materia di sicurezza, lo svolgimento di corsi di formazione finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto nonche' a migliorare la qualita' della comunicazione con gli utenti.
L'Osservatorio acquisisce, su base regionale, le informazioni sugli episodi di violenza. Lo supportano in questa raccolta dati gli Ordini professionali e l'Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanita' istituito presso l'Agenas.
Il mandato dell'Osservatorio è di tre anni, i componenti possono essere confermati nell'incarico. Non è previsto un compenso.
L'istituzione di un Osservatorio presso il Ministero della Salute non è una novità assoluta. Un primo organismo di ascolto del fenomeno delle violenze ai danni dei sanitari venne creato nel 2010. Tuttavia, quello su cui la Conferenza Stato-Regioni sancirà l'intesa è il primo Osservatorio creato ai sensi di una Legge dello Stato. Il decreto è firmato dai Ministri della Salute, dell'Interno e delle Finanze.
Il reato- Per la Legge 113/2020 è penalmente perseguibile chiunque cagioni "lesioni personali gravi o gravissime" a un Medico Veterinario "nell’esercizio della sua professione" oppure "a causa delle funzioni o del servizio". Il fatto che la persona lesa sia un professionista sanitario è una "circostanza aggravante" del reato più generale di "lesioni personali", contemplato dall'articolo 583 del Codice Penale.
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