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CAUSE E RIMEDI DEL CONTAGIO

Covid-19 nei macelli, lettera denuncia del Sivemp Veneto

Covid-19 nei macelli, lettera denuncia del Sivemp Veneto
Alla base della diffusione del virus SARS CoV-2 c'è la mancata predisposizione o la non corretta attuazione di adeguate procedure di contrasto al contagio. La ricostruzione del Sivemp Veneto.

Il Sivemp Veneto ha ricostruito le cause della diffusione del contagio da Covid-19 nei macelli, nel territorio e negli uffici delle Ulss. In assenza di studi specifici sulla seconda fase dell'emergenza in Veneto, il Sindacato si è rivolto alle autorità regionali denunciando una situazione tutt'altro che rientrata e suggerendo azioni correttive.

Nella lettera, datata 7 dicembre, ci si riferisce a un "dilagare incontrollato" del contagio. Sono esposti i Veterinari in servizio nelle Ulss del Veneto e in particolare degli stabilimenti di macellazione e lavorazione delle carni. Il contagio non ha riguardato solo i "numerosi focolai" saliti alla ribalta della stampa, ma anche "altri rimasti sottotraccia".

Per il Sindacato, la  caratteristica che ha contraddistinto "in modo preoccupante" tutti questi episodi  è che gli impianti in cui si sono verificati, contrariamente a quanto successo nella prima fase in altre realtà italiane, non sono stati sottoposti a chiusura per lo svolgimento delle dovute attività di valutazione del caso, azioni consecutive di monitoraggio sul personale in attesa di controllo sistematico, azioni di completa e risolutiva sanificazione degli impianti.

A distanza di oltre nove mesi dall’inizio dell’emergenza, la situazione non è rientrata. "Allarma - scrive il Sindacato -  l’elevato numero di colleghi contagiati nello svolgimento dell’attività di ispezione veterinaria, con sintomi anche gravi; nei giorni scorsi abbiamo dovuto registrare il decesso di un collega dell’Ulss 8 di Vicenza che si era infettato in servizio".

Il Sindacato lamenta il mancato aggiornamento da parte di molte aziende sanitarie del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). Anche la fornitura di dispositivi di protezione "è avvenuta in modo discontinuo ed è risultata inadeguata alla luce della necessità di alta protezione". E' il caso ad esempio delle mascherine chirurgiche,  inadeguate per un luogo ad alto rischio di contagio come i macelli.

Azioni correttive- Il Sindacato mette l'accento sull’aggiornamento ai nuovi livelli di rischio del Documento aziendale di valutazione dei rischi, sulla base di una revisione periodica, sistematica e adeguata.
Lo screening sul personale dovrà essere effettuato con l’utilizzo di tamponi molecolari -e non con i test rapidi considerati scarsamente affidabili- e con il rispetto tassativo delle frequenze di controllo.

Inoltre gli Spisal (Servizio prevenzione igiene sicurezza ambienti di lavoro) dovranno svolgere un controllo "molto stringente" sui requisiti Anticovid degli impianti di macellazione.

Nei casi di positività in aziende alimentari, zootecniche, ditte e impianti soggetti a ispezione e vigilanza veterinaria nonché negli stessi uffici Ulss, andranno messe in campo tempestivamente specifiche  procedure da applicare in modo rigoroso. Il Sivemp sollecita anche l’implementazione di attività di aggiornamento e raccomanda alle aziende sanitarie, in caso di positività del dipendente, la comunicazione obbligatoria dell’infortunio all’Inail.

La lettera, pubblicata integralmente dal Sivemp Veneto, è indirizzata ai direttori generali delle Ulss del Veneto, alle autorià regionali alla sanità e alla Direzione regionale Inail Veneto.

Foto picture alliance