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PROCURA DI BIELLA

Specie invasive: 70 tartarughe da trasferire ma non hanno il chip

Specie invasive: 70 tartarughe da trasferire ma non hanno il chip
Su ordine della Procura di Biella, circa 70 tartarughe dovranno essere trasferite a Parma. L'operazione costa almeno 45mila euro. Gli esemplari non sono chippati.


Nel 2018, circa 70 tartarughe erano state trasferite dai vasconi di un parco di Parma in un laghetto di Biella. Il trasferimento era stato autorizzato dall'amministrazione emiliana, su richiesta di Enpa e sentito il parere del Servizio Veterinario ASL di Parma, per motivi di benessere animale: le tartarughe in quei vasconi vivevano in rettangoli chiusi sotto al sole, senza la possibilità di uscire completamente dall’acqua e dall’habitat umido, costrette ad arrampicarsi sullo scivoloso bordo inclinato per respirare e riposare. Queste le segnalazioni della cittadinanza, convalidate dai sopralluoghi delle autorità cittadine.

Ma ora, quegli esemplari dovranno tornare a Parma. L'ha deciso la Procura di Biella, dopo la denuncia dei Carabinieri Forestali: sono specie invasive e "il danno ambientale che potrebbero causare è incalcolabile". E' infatti entrata in gioco la normativa europea sulle specie invasive, che obbliga a denunciare il possesso di tartarughe e di provvedere alla loro sistemazione in strutture idonee, effettuando eventuali interventi di adeguamento strutturale.

Come individuare esattamente le tartarughe che devono tornare a Parma? Nessuna di esse è infatti dotata di microchip. Inoltre il trasferimento comporterà una spesa di almeno 45 mila euro, senza contare i lavori di adeguamento dei vasconi.

Il 13 luglio scorso, il consigliere Lorenzo Lavagetto (capogruppo PD) ha presentato una interrogazione. Infatti, "dalla lettura dei preventivi allegati agli atti comunali sembrerebbe che le tartarughe, prima di venire trasferite da Parma, non siano state dotate di dispositivi di riconoscimento".  Perchè?
Per il rientro a Parma, l'incarico è stato affidato a "un veterinario esperto indicato dall’ordine dei medici veterinari di Parma, per la somma di euro 44.432 euro iva inclusa".
Lavagetto vuol sapere "come il Comune e il veterinario incaricato possano dar corso all’ordine impartito dalla Procura in assenza di un sistema di riconoscimento, da quale capitolo di spesa del bilancio comunale vengano reperite le risorse e quali lavori di adeguamento dei vasconi debbano essere eseguiti.