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MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Equo compenso, Bonafede: presto la norma sarà "effettiva"

Equo compenso, Bonafede: presto la norma sarà "effettiva"
Al Tavolo di Via Arenula si lavora per rafforzare la norma nazionale sull'equo compenso del 2017. Gli obiettivi condivisi con Bonafede e Morrone.


Il Tavolo tecnico delle professioni vigilate dal Ministero della Giustizia ha consolidato i propri obiettivi: correggere la norma nazionale sull'equo compenso e creare  strumenti istituzionali a sostegno dell'equità economica, come l'estensione dell'istituto della class action ai consigli degli Ordini.

Ieri, nell'Aula Livatino di Via Arenula, gli Ordini hanno chiesto:
- l’estensione dell’equo compenso alle pubbliche amministrazioni, all’agenzia delle entrate e alle aziende medio-piccole
- la rivisitazione dei parametri
- l’istituzione di un osservatorio nazionale permanente per tutte le professioni
- l’esclusione della possibilità per le pubbliche amministrazioni di concludere accordi a compenso zero o irrisorio
- l’estensione del regime delle clausole vessatorie e la class action dei consigli degli ordini.

"Stiamo lavorando per garantire il compenso minimo garantito”- ha dichiarato- il sottosegretario Jacopo Morrone, mentre per il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, “il dialogo con le professioni è imprescindibile per il contributo economico e sociale assicurato allo sviluppo della collettività. I professionisti devono sentire lo Stato vicino". In tema di equo compenso, il Guardasigilli ha aggiunto: "Intendiamo imprimere un’accelerazione rispetto al passato per garantire l’effettività della normativa in materia”.

Fin dalla sua emanazione, la norma nazionale sull'equo compenso - prevista dall'articolo 19 quaterdecies della manovra finanziaria del 2017 - venne criticata come poco chiara. Pur essendo ritagliata a misura dell'ordinamento giuridico forense, (Introduzione dell'articolo 13-bis della legge 31 dicembre 2012, n. 247, in materia di equo compenso per le prestazioni professionali degli avvocati) - la norma si ritiene applicabile  a tutte le professioni, sia a quelle ordinistiche sia a quelle "non regolamentate".
Fra i punti controversi: la debolezza del vincolo in capo alle Pubbliche Amministrazioni di attenersi ai parametri professionali, la mancanza di tali parametri in alcune categorie professionali, l'individuazione dei committenti privati nei cosiddetti "poteri forti" che l'Antitrust ha indicato principalmente nelle grandi imprese, nelle banche e nelle assicurazioni.


Foto: il Tavolo delle professioni riunito ieri nell’aula Livatino al Ministero della Giustizia