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LANALISI

Carni e capi macellati, ISTAT: segni di ripresa nel comparto

Carni e capi macellati, ISTAT: segni di ripresa nel comparto
Nella fotografia scattata dall'ISTAT, elementi utili sull'andamento del comparto zootecnico.
Dopo un prolungato periodo di crisi produttiva, nel 2016, il settore zootecnico ha iniziato a conoscere una certa ripresa. Lo dicono gli ultimi dati dell'ISTAT che traccia un quadro sintetico dell'andamento del comparto zootecnico e un  bilancio provvisorio sulla disponibilità annuale di carni (escluse le preparazioni).
I dati raccolti dall'Istituto nazionale di statistica - ed elaborati da Mangimi e Alimenti- si riferiscono alle consistenze di animali (bovini, bufalini, suini, ovini, caprini e suini), alle  macellazioni a carni bianche e rosse e alcommercio estero di carni e animali vivi. 

Nel 2016 sono state prodotti 3,8 milioni di tonnellate peso-morto con un incremento del 3,9% rispetto all'anno precedente, di cui 2,4 milioni a carni rosse (+3,2%).

I capi avviati al macello- Nel dettaglio, per quanto riguarda le carni bovine in generale (comprese quelle bufaline) sono stati avviati al macello complessivamente poco più 2,8 milioni di capi (+4,9%). Con riferimento ai bovini, tutte le categorie hanno registrato incrementi quantitativi, ad eccezione le vacche (-0,6%). Gli aumenti più significativi interessano i vitelloni-femmine con circa 580 mila capi macellati (+13,5%) per una produzione di carne pari a poco più di 168 mila tonnellate (+9,1%), seguiti dai tori con 36 mila macellati (+12,3%) per circa 15 mila tonnellate di carne (+10,7%). Incrementi generalizzati anche per le macellazioni dei bufalini, complessivamente pari a poco meno di 100 mila capi (+15,0%) e 18 mila tonnellate di carne ottenuta (+11,3%), controbilanciati in minima parte da minori macellazioni di bufale (circa 31 mila capi per 8,1 mila tonnellate, pari rispettivamente al -1,7% e -2,9%).

Dinamica complessivamente positiva anche per le macellazioni di suini con 11,8 milioni di capi (+4,8%), dalle quali sono state ottenute poco più di 1,5 milioni di tonnellate di carni (3,5%), totalmente ascrivibili al categoria dei grassi (circa 11 milioni di capi per 1,5 milioni di tonnellate, pari rispettivamente al +4,8% e +3,9%).

Le macellazioni complessive di ovi-caprini, con 3,1 milioni di capi per 32,9 mila tonnellate, mostrano dinamiche opposte con un incremento del 5,3% in termini di capi avviati al macello e una flessione del 7,1% per le corrispondenti quantità di carni ottenute, esclusivamente ascrivibili agli ovini. in quanto per i caprini il numero dei capi avviati al macello e le quantità di carne ottenute risultano in calo del 10,6%.
Anche nel 2016 risultano aumentate le macellazioni di equini, pari a circa 43 mila capi per 11,8 mila tonnellate (+21,0% e +17,8%).

Con riferimento alle carni bianche le relative macellazioni hanno prodotto carni per complessivi 1,3 milioni di tonnellate (+5,5%). Nel dettaglio, sono stati avviati alla macellazione poco più di 554 milioni di polli e galline con una produzione di carne pari poco più di 1,0 milioni di tonnellate, (rispettivamente +3,8% e +5,5)%, prevalentemente ascrivibili ai polli da carne di 2 kg e più (381 milioni di capi per 825 mila tonnellate di carni). Seguono i tacchini con circa 31 milioni di capi macellati (+2,2%) e poco meno di 332 mila tonnellate di carni ottenute (+6,0%). Dinamiche regressive invece per le carni di coniglio e selvaggina, che con complessive 33,7 mila tonnellate prodotte subiscono una flessione del 2,6%

La disponibilità complessiva di carni - La disponibilità complessiva di carni è stata pari a 4.818,9 milioni di tonnellate, con un lieve aumento dello 0,2% rispetto al 2015. Nel dettaglio, aumenta l'offerta di carni bovine (da 1.053,6 a 1.056,4 mila tonnellate, pari al +0,2%), seguite da quelle ovi-caprine (+2,4 mila tonnellate, pari al +4,2%), carni equine (+4,4%) e quelle di pollame, che con 1.245,3 mila tonnellate si attribuiscono un incremento del 2,9%. Al contrario, il bilancio apparente (produzione + importazioni - esportazioni) evidenzia per il 2016 flessioni nelle disponibilità di carni suine (-31,8 mila tonnellate, pari al -1,3%) e di quelle di coniglio e selvaggina (-2,9%).

L’interscambio di carni fresche - Per quanto riguarda le carni fresche, congelate e refrigerate e frattaglie delle principali specie nazionali, le importazioni complessive sono risultate complessivamente pari a 1.511,0 mila tonnellate (-4,5%), controbilanciate da vendite all’estero per 488,2 mila tonnellate (+13,8%).
Nel dettaglio, le carni bovine sono state acquistate per 392,5 mila tonnellate (-4,3%) ed esportate per 145,8 mila tonnellate (+0,9%), quelle suine con 1.000,5 mila tonnellate acquistate e 157,9 mila vendute si attribuiscono dinamiche dello stesso segno (rispettivamente -4,8% e +27,4%), parimenti seguite da quelle di pollame con 59,0 mila tonnellate importate (-11,1%) e 177,6 mila esportate (+15,4%). Al contrario, le carni ovi-caprine aumentano nelle importazioni (+17.7%) a fronte di minori vendite (-11,6%).
Infine, l’insieme delle carni di conigli e selvaggina con 5,5 mila tonnellate importate e 1,9 mila esportate si attribuisce variazioni relative pari a +10,0% e +46,2%.

Import export- Nel 2016 l'Italia ha importato circa 1,1 milioni di bovini vivi (+5,7%), a fronte di diminuite esportazioni (-24,8%). Analogo andamento per i suini, con un incremento negli acquisti (+19,3%) ed una flessione nelle vendite (-57,9%). Dinamiche contrapposte, invece, per ovini e caprini, con minori importazioni (-0,7%) e maggiori acquisti (+161,3%), mentre l’import di equini cala dello 0,4% a fronte di un export aumentato del 34,0%. In flessione, invece, acquisti e vendite di avicoli, con 13,7 milioni di capi importati (-1,7%) a fronte di 16,3 milioni esportati (-2,3%).
Tenuto conto di tale interscambio, unitamente alle consistenze iniziali di fine 2015 e dei casi di nascite, macellazioni e eventuali perdite avvenuti nel corso dell’anno ne consegue che il patrimonio nazionale di bovini e bufalini al 1 dicembre 2016 risulterebbe complessivamente pari a 6,3 milioni di capi (+2,6%).
Al contrario, il patrimonio suino, con 8,5 milioni di capi, risulterebbe in calo del 2,3%.
In aumento anche il patrimonio complessivo ovi-caprino con poco più di 8,3 milioni di capi (+2,5%). Incremento anche per il patrimonio equino pari a 463 mila capi (+1,1%).