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Malasanità veterinaria: intervento del Ministero a Radio Rai

Malasanità veterinaria: intervento del Ministero a Radio Rai
Guido, cane "vittima di malasanità veterinaria" era un cane brachicefalo. E' morto "per negligenza e superficialità" del veterinario.
Il suo proprietario, Gaetano, conferma oggi ai microfoni di RAI di "voler andare fino in fondo" e infatti si è già rivolto al Tribunale. L'autopsia, eseguita all'Università di Bari, ha individuato un edema polmonare come causa del decesso. Il veterinario che ha eseguito la prestazione sul cane, "un intervento di routine per soggetti brachicefali", come ha raccontato il proprietario, si è detto "mortificato" recandosi a domicilio del cliente, ma il giorno dopo si sarebbe difeso dicendo di "aver fatto il suo lavoro" e di essere pronto a rivolgersi ai Carabinieri. Ascoltata la testimonianza del proprietario, la conduttrice ha chiesto quali forme di tutela abbia il cittadino di fronte a queste situazioni.

"Cosa può fare la ASL?"
Il veterinario Antonio Colamonaco della ASL di Bari, il quale ha elencatoi compiti istituzionali delle Aziende Sanitarie Locali, che in questi casi hanno "un ruolo marginale": fatti salvi comportamenti riconducibili al maltrattamento o mancato benessere animale per i quali i Servizi Veterinari "sono obbligati ad intervenire", su casi di imperizia  come quello del cane Guido "non hanno competenze".

E allora il cittadino a chi si può rivolgere per vedere garantito un diritto? Il Direttore Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari, Silvio Borrello, ha invece evidenziato che anche le ASL hanno "un ruolo attivo nell'espletare la vigilanza sulle strutture ambulatoriali per la verifica che quello che viene fatto in queste strutture sia corretto e che queste strutture abbiano i mezzi per poter fare determinati interventi".  In secondo luogo,  il Direttore Borello ha dichiarato che le ASL sono anch'esse destinatarie anche delle segnalazioni di casi come quello denunciato in trasmissione per raccogliere informazioni e accertare se si tratta di casi isolati oppure no. "Nei casi più gravi si possono fare segnalazioni all'Autorità giudiziaria, direttamente o indirettamente anche attraverso il NAS"- ha aggiunto il dirigente ministeriale- osservando che gli strumenti a disposizione del cittadino per tutelare i propri diritti e quelli degli animali "ci sono". Inoltre, Borrello ha ricordato che il Ministero della Salute, fin dal 2010, ha istituito un servizio che si colloca accanto a quelli delle Regioni e delle ASL per venire incontro ad espisodi di malasanità. "Siamo in grado di rispondere anche alle richieste dei cittadini attraverso dei canali di posta elettronica" ha aggiunto, senza però che il Ministero si sostituisca alle prerogative di verifica proprie delle regioni e delle ASL.

Dopo le segnalazioni seguono dei controlli? Colamonaco ha sottolineato che le ASL verifica che nel merito della tipologia della struttura veterinaria, praticamente la ASL verifica se quella data tipologia di struttura osserva i requisiti  per i quali può essere autorizzata, ma nel caso specifico, che prevede protocolli anestesiologici, la competenza della ASL "è molto, molto relativa".

Il controllo ordinistico e deontologico sulle strutture è stato ricordato da Angelo Troi (Sivelp) che ha indicato anche nel proprietario un fattore di controllo in virtù della libera scelta del professionista a cui si rivolge. Daniela Balestra (Arca2000) ha definito il caso del cane Guido come "uno di quei casi che di frequente si verificano, quasi come in un copione sempre uguale, dicendo che l'animale sta bene e poi muore a casa". "Non facciamo un'accusa dei veterinari"- ha interrotto la conduttrice. "Ma è un dato di fatto" ha ribattuto l'intervistata, secondo il dovere del veterinario sarebbe di compilare e conservare una cartella clinica, oltre che di consegnarla su domanda del proprietario dell'animale in cura. "Questo oggi non viene fatto" - ha aggiunto- ed è "una mancanza gravissima, perchè nei casi di malasanità animale è difficile fare chiarezza e anche eventualmente intentare una causa o chiedere un risarcimento dei danni". E' invece lo scopo di una proposta di legge- in Parlamento da tredici anni- "è un provvedimento che gli stessi veterinari dovrebbero richiedere"- ha concluso.

Per il direttore Borrello, che si dice "d'accordo" sulla tracciabilità delle cure, "non è necessario ricorrere ad una legge, la deontologia professionale lo dovrebbe prevedere. Come Ministero siamo disponibili ad incontri con la classe veterinarie sia con le associazioni che si occupano del benessere degli animali, per formulare delle proposte da trasferire in Conferenza Stato-Regioni almeno per gli animali che sono assoggettati a dei trattamenti chirurgici esista una sorta di  cartella clinica in cui viene descritto quello viene fatto". "Normalmente, anche per esperienza professionale, ho potuto sperimentare che questo avviene, forse non in tutti gli ambulatori, ma professionisti in gamba ci sono e lo vorrei sottolineare"- ha concluso Borrello.

La radio ne parla del 04/03/2015