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LA DIFESA

Allevatori a processo per somministrazione illecita di antibiotici

Allevatori a processo per somministrazione illecita di antibiotici
Sono accusati di adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari e rischiano una condanna dai tre ai dieci anni di carcere.

Per questi reati sono a processo davanti al tribunale collegiale di Cuneo il titolare di un allevamento e i due figli. Secondo l'accusa,  alcuni capi provenienti dalla loro azienda sarebbero stati trattati con sostanze pericolosa per la salute dei consumatori. Come ha spiegato il responsabile del servizio veterinario provinciale durante un controllo casuale nell'ambito del piano di controllo dell'ASL: "Il 27 giugno presso il macello di Montanera furono trovati due animali positivi su tre, tutti provenienti dall'azienda di Revello. Furono riscontrate tracce rilevanti di medicinali di tipo antibiotico, non prescrivibili a livello europeo, che dal 1995 sono ritenute cancerogene". Le analisi sui campioni furono dapprima effettuate presso il laboratorio zooprofilattico di Torino e poi, come da prassi, spedite per ulteriori analisi a quello del Lazio. Qui le analisi sarebbero stati ripetute più volte a causa dei valori non congruenti: "I campioni furono sottoposti a lavaggio, dopodichè diedero esito negativo: ma quella procedura prima io non l'avevo mai vista fare".

Altri vitelli provenienti dall'allevamento  furono successivamente controllati: "Un paio di mesi dopo un collega campionò un animale nel macello di Cuneo. Risultato positivo. Quindi altro controllo presso il macello di Priero con altri due animali positivi ai controlli. La Procura mise sotto sequestro tutti i 128 capi dell'azienda. Campionati 21, 11 risultarono trattati".

L'allevatore titolare sostiene che in quel periodo erano stati somministrati altri antibiotici, leciti, con il latte, e che quella sostanza poteva pertanto già trovarsi negli alimenti o nell'acqua per ricostruire il latte in polvere: "Non è possibile fare comparazioni del genere. I trattamenti di altri antibiotici con metaboliti simili a quelli proibiti sono consentiti fino a 90 giorni prima la macellazione, ma devono essere scrupolosamente annotati e documentati, e non ricordo se ci fossero annotazioni del genere".

I bovini provenivano tutti dalla Francia, erano arrivati in Piemonte all'età di un mese, per poi essere macellati quando avevano 7-8 mesi: "La sostanza vietata può permanere nei tessuti fino a qualche mese, ma sei mesi sono un po' troppo".

La difesa, che ha indicato fra i propri testi il veterinario il responsabile del laboratorio laziale che dovrebbe spiegare la procedura "anomala" di lavaggio dei campioni, contesta anche la correttezza della raccolta delle aliquote. Smentisce un tecnico dell'ASL:"Presso il macello di Montanera prelevammo con (...)  (il veterinario dell'Asl Cn1 addetto ai controlli, arrestato nel luglio 2012 e che ha chiesto il patteggiamento, accusato di aver taciuto e mentito sull'uso di sostanze illecite dannose per la salute dei consumatori - ndr) muscolo e fegato su tre animali differenti provenienti da quell'allevamento. Abbiamo fatto come sempre, lavoriamo sull'animale che ha ancora l'auricolare, e non ricordo irregolarità per l'uso dei barattoli". (fonte:targatocn.it)