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PREVENZIONE

Ebola, Italia alla UE: due azioni per evitare altri 'casi Romero'

Ebola, Italia alla UE: due azioni per evitare altri 'casi Romero'
Mantenere alta la guardia ma evitare nocivo allarmismo. Il Ministro Lorenzin ha proposto ai Ministri della Salute della UE azioni di prevenzione del contagio.

Intervistata dal Messaggero, Beatrice Lorenzin ha confermato che in Italia non ci sono casi di Ebola. L'impegno del Ministero della Salute è concentrato sulla prevenzione del contagio per evitare situazioni analoghe a quella dell'infermiera madrilena, Maria Teresa Romeno- contagiata da un assistito per avere- è sua l'ipotesi- inavvertitamente portato al volto il guanto protettivo in dotazione al personale sanitario che opera in Sierra Leone. E soprattutto dopo il caso sospetto - poi non confermato- del medico italiano di Emergency, anch'egli di rientro dalla Sierra Leone.

Decompressione e informazione- "Stiamo pensando con la cooperazione e le nostre Ong se sia possibile realizzare una 'zona di decompressione' per tutti i cooperatori per un periodo di 21 giorni prima di tornare in Europa"- ha detto il Ministro. "Avremo la certezza che in nessun modo potranno esserci contagi. Le missioni in West Africa sono fondamentali: contribuiscono a fermare il contagio. E fermarlo è nell'interesse di tutto il mondo, compresa l'Italia". "Se non riusciamo a limitarlo, prima che i contagiati arrivino a quota 20mila, tutto sarà molto più complicato-  aggiunto- dobbiamo tracciare gli operatori e più in generale tutti viaggiatori che tornano o arrivano in Europa dai paesi a rischio". La seconda azione prospettata dal Ministro Lorenzin è di inviare dei medici europei anche egli aeroporti africani di partenza, che facciano prevenzione e informazione".

Le iniziative di prevenzione del contagio - in particolare, la tracciabilità degli operatori e dei viaggiatori che rientrano in Europa dalle zone a rischio- è stata proposta dall'Italia a tutti i Ministri della Salute dell'Unione Europea. In Italia non ci sono casi, in tutta Europa 8, ma "sotto controllo".

Protocollo di gestione nazionale- Per quanto riguarda il territorio italiano, il 1 ottobre scorso, il Ministero della Salute ha emanato la circolare Malattia da Virus Ebola (MVE) - Protocollo centrale per la gestione dei casi e dei contatti sul territorio nazionale. Nella stratificazione del criterio epidemiologico in base al rischio di esposizione è considerato "rischio alto" - fra gli altri- il contatto diretto con pipistrelli, roditori, primati, vivi o morti, nelle zone (o proveniente dalle zone) affette o con carne di animali selvatici ("bushmeat").

Otto casi di Ebola nella UE- L'Esecutivo UE rassicura i cittadini dopo l'allarme scoppiato per il primo contagio del virus in Spagna. "Quando le misure di sicurezze previste dai protocolli sanitari europei sono applicate correttamente, il rischio di diffusione del virus è sotto controllo", ha spiegato Frederic Vincent, uno dei portavoce dell'esecutivo comunitario, sottolineando che in nessun caso "la situazione in Europa può essere paragonata a quella in Africa". Finora, ha fatto il punto il portavoce, "ci sono 8 casi di Ebola nell'Unione europea" e riguardano persone provenienti dalle zone a rischio mentre "una persona è stata contagiata in Spagna" e in questo caso sono state applicate le misure di sicurezza previste. Il Comitato europeo per la Sicurezza sanitaria, che riunisce esperti degli Stati membri, si è riunito ieri in convocazione straordinaria per affrontare il caso dell'infermiera contagiata in Spagna e per coordinare le azioni tra i Paesi al fine di evitare un'ulteriore diffisuione del virus.

pdfCRONOLOGIA_DELLE_EPIDEMIA_DI_EBOLA.pdf77.35 KB

Virus Ebola: domande e risposte