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OPERAZIONE MAKI

Il veterinario agli arresti domiciliari "ripuliva" i cuccioli dei trafficanti

Il veterinario agli arresti domiciliari "ripuliva" i cuccioli dei trafficanti
I dettagli del maxisequestro nel comunicato del Corpo Forestale. Contestato per la prima volta il reato di associazione a delinquere.

Profitti illeciti al di sopra del milione di euro frutto di illegalità commesse almeno dal 2012, quando sono iniziate le indagini. Secondo il Corpo Forestale, l'organizzazione di uomini e mezzi operava programmando l'attività così come comprovato dalla pluralità degli episodi criminosi monitorati che, unita alla manifesta persistenza nel commetterli, denotava chiaramente la piena intenzionalità disvolgere in maniera professionale sia l'introduzione illecita dei cuccioli da compagnia che la successiva vendita fraudolenta.Complesse e articolate le modalità di commissione dei reati ovvero si è rilevata una vera e propria struttura organizzata con forte vincolo associativo.

Il ruolo del veterinario
- Tali pratiche venivano svolte- riferisce il comunicato del Corpo Forestale dello Stato- grazie all'ausilio fondamentale di un medico veterinario, coinvolto nel crimine in violazione del codice deontologico della professione alla quale il medico dovrebbe essere sottoposto. Il veterinario, infatti, prescriveva e somministrava farmaci quali "Stormogil" e "Drontal" per coprire le carenze vaccinali ed inoculava microchip negli animali compilando falsi libretti sanitari. Nei libretti veniva manomessa l'età, la provenienza e le condizioni sanitarie dei cuccioli. Questa "ripulitura" operata principalmente dal veterinario ma anche col supporto di altri membri del gruppo, rendeva i cuccioli pronti ad essere immessi sul mercato grazie alla falsificazione dei documenti e all'inoculazione dei microchip "italiani", e poi venduti in tutta Italia prioritariamente attraverso il canale di internet.
Il CFS parla di "svilimento della professione medica di veterinario tanto da far sì che lo stesso non solo operasse in violazione della legge e contro ogni codice etico deontologico, ma che permettesse perfino a personale non medico dioperare direttamente sui cuccioli inoculando i chip sotto pelle".

Le ipotesi di reato- E' stato ipotizzato e riconosciuto il reato di associazione a delinquere per i crimini legati al maltrattamento e traffico illecito degli animali. Le ipotesi di reato sono: traffico illecito di animali di età inferiore alle 12 settimane, esercizio abusivo della professione medica, frode in commercio, maltrattamento di animali e detenzione produttiva di gravi sofferenze.

Le misure cautelari- "L'esecuzione delle misure cautelari richieste dal Procuratore della Repubblica e pienamente accolte dal G.I.P. dal Tribunale di Lodi eseguite dal personale del Corpo forestale dello Stato della Lombardia sono giustificate a parere degli inquirenti, dal "disvalore della personalità" degli indagati, come emerge dalla durezza con cui i cuccioli venivano sottoposti nel trasporto e nel successivo trattamento. Inoltre la sussistenza del vincolo associativo e della metodica perpetrazione del reato hanno motivato la certezza della pericolosità sociale e del rischio di reiterazione di reati analoghi, con la conseguente applicazione di misure restrittive della libertà della persona".

L'Ordine dei Veterinari di Milano- L'Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Milano "procederà, con l'acquisizione ufficiale degli atti, agli opportuni provvedimenti nei tempi e nei modi previsti dalla Legge." ha dichiarato la Presidente Carla Bernasconi. (comunicato)

Altre indagini e altri indagati- Le indagini proseguiranno anche in altre strutture commerciali della Lombardia e dell'Emilia Romagna in cui sono in svolgimento perquisizioni a carico di altri indagati peril medesimo procedimento penale.

Il reato di traffico di cuccioli-  In Italia il reato di traffico di cuccioli è stato introdotto nell'ordinamento, in seguito alla ratifica della Convenzione Europea per la Protezione degli animali da compagnia. A disciplinarlo è la Legge 4 agosto 2010, n. 201

Comunicato stampa ANMVI

Operazioni Maki, video del Corpo Forestale