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EMENDAMENTI

Sterilizzazioni e randagismo: no alla tassa e no aumento fondi

Sterilizzazioni e randagismo: no alla tassa e no aumento fondi
Non passano alla Camera due emendamenti per il controllo della popolazione animale.
Un emendamento al Decreto IMU puntava ad introdurre una tassa comunale annuale sui cani non sterilizzati e agevolazioni a determinate categorie professionali e sociali. L'iniziativa, tornata alla ribalta delle cronache in queste ore, è già stata bocciata dalla Commissione Bilancio come "inammissibile".

A presentarla è stato l'On Paolo Cova e andava a modificare la legge 14 agosto 1991, n. 281: "I proprietari o detentori di cani non sterilizzati sono tenuti al pagamento di una tassa comunale annuale, istituita da ciascun comune con propria delibera con previsione di esenzioni, riduzioni, detrazioni in favore di determinate categorie di soggetti".
La certificazione di sterilizzazione chirurgica definitiva – secondo il proponente- sarebbe stata rilasciata da medici veterinari libero professionisti abilitati ad accedere all'anagrafe regionale degli animali d'affezione, i quali contestualmente provvedono alla registrazione della sterilizzazione dell'animale presso l'anagrafe". Esenti da imposta sarebbero state alcune categorie, in parte individuate per legge (i cani di proprietà di allevatori professionali, i cani dell'Esercito e adibiti ai servizi di pubblica sicurezza e infine i cani adibiti alla guida dei ciechi e alla custodia degli edifici rurali e del gregge) altri dai Comuni ( i cani appartenenti a categorie sociali eventualmente individuate dai Comuni).

In Commissione Affari Sociali non è invece passato un emendamento presentato dall'On Susanna Cenni che puntava a conseguire risparmi di spesa pari a 3 milioni per ciascun anno del triennio 2014-2016, riducendo le spese per consumi intermedi. Le risorse sarebbero andate ad incrementare il finanziamento degli interventi in materia prevenzione del randagismo previsti dalla Legge 434 del 1998. La parlamentare non si è presentata in Commissione Affari Sociali alla seduta del 5 dicembre e pertanto il Presidente Vargiu ha ritenuto che l'On Cenni vi abbia rinunciato.