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Dov’e’ la veterinaria nel decreto Balduzzi?

Dov’e’ la veterinaria nel decreto Balduzzi?
Anche se la bozza presentata alle Regioni potrebbe non essere la stessa che andrà al Consiglio dei Ministri, il Decreto-Balduzzi si presenta come un omnibus della salute, che tuttavia non copre un ampio settore della sanità pubblica italiana. Nella manovra sanitaria prevenzione, risparmi e farmaci veterinari sono assenti.
La veterinaria non è considerata dalla manovra sanitaria del Ministro Renato Balduzzi, "non abbastanza da rispondere alle esigenze di urgenza del provvedimento e a quelle generali di contenimento della spesa". E il parere dell'ANMVI, che ha inoltrato una nota di commento al Ministro Renato Balduzzi.

Nessuna prevenzione veterinaria- Il provvedimento non tratta le vere urgenze della veterinaria nazionale, molte delle quali- specie per quanto attiene la prevenzione- restano adottate con il più debole strumento legislativo dell'ordinanza. E' il caso del randagismo, un male perpetuo privo di alcuna strategia sanitaria ed economica e della tutela dell'incolumità pubblica dalle aggressioni canine, che solo nel mese di agosto si sono verificate a ritmi giornalieri. E l'aggressività di un cane- proprietario o randagio che sia- ha spesso come conseguenza l'abbandono del cane o il suo confinamento a vita in un canile.
Nessuna spending review solo sanzioni.– La manovra sanitaria punta sulle sanzioni per fare cassa, senza introdurre politiche di risparmio. La popolazione canina ha un costo elevato per le tasche del Tesoro. I canili e le anagrafi informatiche sono un costo elevato pagato dal Paese a fronte di gravi inadempienze.

Troppo Fisco - Mantenere un livello accettabile di prevenzione veterinaria ha costi elevati anche per il proprietario, anche a causa delle tariffe salate delle Pubbliche Amministrazioni ( l'emissione del passaporto europeo per i cani e i gatti può arrivare a costare fino a 45 euro) e soprattutto dell'alta pressione fiscale ( IVA ai massimi livelli storici, detraibilità fiscale ferma a valori espressi in Lire). Va da sé che la spesa incide sulla propensione alle cure veterinarie e all'osservanza degli obblighi di legge.

Nessuna politica del farmaco veterinario- Nel provvedimento è del tutto assente una politica del farmaco veterinario, lasciata alla disinformazione di chi lo confonde con il generico umano, aumentando così il rischio del "fai da te", dell'uso indiscriminato di antibiotici causa di resistenze ai batteri anche nell'uomo, o della sostituibilità del medicinale veterinario, un problema gravissimo che è già stato causa di decessi nei pazienti animali. La dispensazione veterinaria, vero punto di partenza per l'uso ragionato e prudente del farmaco non è stata presa in considerazione.
Anche le liberalizzazioni sono state un'occasione persa per agire sul prezzo finale, ripensando le procedure di registrazione e autorizzazione del farmaco veterinario, la cui semplificazione permetterebbe anche una maggiore disponibilità di medicinali specie-specifiche per categorie animali che oggi non dispongono di adeguati presidi terapeutici.

Una delega di riordino della legislazione vigente è prevista dalla Legge Comunitaria 2011, ma è affossata in Senato, pertanto andrebbe considerata una corsia legislativa d'emergenza.

La versione più recente della Bozza Balduzzi non contempla gli emendamenti chiesti dalle Regioni e le modifiche che secondo le indiscrezioni di stampa porteranno ad un testo "più asciutto".