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INDAGINE CM RESEARCH

ANMVI: minoranza di proprietari ancora vittima di luoghi comuni

ANMVI: minoranza di proprietari ancora vittima di luoghi comuni
Cala, ma resiste la cattiva abitudine di portare il proprio animale dal veterinario solo quando sta male. O quando è troppo tardi.
Sono pochi, anzi sempre meno, ma i proprietari che non fanno visitare il proprio animale da compagnia dal veterinario sono ancora vittime di retaggi arcaici e luoghi comuni. Soprattutto i proprietari di gatti, tradizionalmente meno inclini dei proprietari di cani a prevenire le malattie del loro pet, come se davvero avessero sette vite.

I dati emergono da una ricerca di CM RESEARCH, analizzata dall'ANMVI per monitorare le tendenze dei proprietari alla prevenzione veterinaria. L'indagine è stata condotta su 7,000 proprietari di animali italiani; se di questi un 33% porta il proprio pet dal veterinario fino a 5 volte l'anno, resta una percentuale del 3,1% che non ci va mai.

"Considerato che in Italia ci sono milioni di cani e gatti, questo 3,1% corrisponde a decine di migliaia di cani e gatti privati delle cure sanitarie - commenta in un comunicato stampa Marco Melosi, Presidente ANMVI- un dato numericamente ancora troppo significativo". "Sopravvive l'erronea convinzione che il proprio animale non si ammalerà mai- spiega Melosi- e che semmai dovesse accadere qualcosa, il veterinario sarà sempre in grado di risolvere il problema. Sappiamo purtroppo che non è così e che la mancanza di prevenzione è la prima causa dei problemi di salute e benessere dei nostri pazienti".
Le cause di questi ritardi sono culturali e legate all'esperienza individuale: "Sono soprattutto i neo-proprietari – spiega il Presidente dell'ANMVI – a credere che il proprio animale non possa andare incontro a problemi di salute, così come i proprietari meno informati e che non hanno mai avuto esperienze di perdita del pet o di malattia". "L'indagine conferma – conclude Melosi- che, malgrado una diffusa sensibilità per il benessere animale, i comportamenti individuali a volte smentiscono certe conquiste culturali".

A parità di compliance, i proprietari non vanno dal veterinario con la stessa regolarità. Incidono l'esperienza e i comportamenti personali.

La differenza la fanno le esperienze del proprietario. Coloro che visitano il veterinario con minore frequenza sono divenuti proprietari di animali solo di recente o molto più probabilmente non hanno ancora avuto esperienze di malattia, di rischio sanitario e di benessere animale oppure non hanno vissuto il dolore della perdita con un precedente pet. La ricerca evidenzia infatti che coloro che hanno avuto l'esperienza di una perdita dolorosa si tengono decisamente più informati riguardo alle possibili malattie che potrebbero intaccare la salute del proprio animale e si dimostrano anche molto più propensi nel prendere misure di prevenzione, e una di queste è appunto aumentare il numero di visite presso il veterinario.

I neo-proprietari, invece, o i proprietari meno informati restano nella erronea convinzione che il proprio animale non si ammalerà mai, e semmai dovesse accadere qualcosa, il veterinario sarà sempre in grado di risolvere il problema.

L'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani proseguirà pertanto nella pianificazione di iniziative e nuove campagne di sensibilizzazione alla cure veterinarie e al possesso responsabile.

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