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ENTRO MARZO

Indicatori Istat di benessere: perché non inserire gli animali?

Indicatori Istat di benessere: perché non  inserire gli animali?
Il benessere si misura innanzitutto con la salute, e poi con la possibilità di assicurare il futuro dei figli e di avere un lavoro dignitoso. Lo dicono gli italiani, stando a quanto rilevato dall'Istat. E il rapporto con un animale d'affezione?

Entro marzo, l'Istat elaborerà gli indicatori di benessere all'interno dei 12 domini (ambiente, salute, benessere economico, istruzioni, lavoro, relazioni sociali, sicurezza personale, benessere soggettivo, cultura, ecc). L'ANMVI ha suggerito al Presidente ISTAT, Enrico Giovannini, di inserire nel set di indicatori anche il possesso di animali da compagnia, stante la loro elevata presenza nelle famiglie italiane, il loro crescente ricorso nelle attività socio-sanitarie ( ospedali, carceri, case per anziani, scuole, ecc.) e una voluminosa letteratura scientifica che negli ultimi anni ha validato il nesso fra salute e benessere dell'uomo e possesso/relazione di un animale d'affezione. Non da ultimo è in corso un orientamento giurisprudenziale a favore del riconoscimento del danno cosiddetto esistenziale, basato su casi in cui la perdita dell'animale da compagnia è stata motivo di alterazione degli equilibri psico-fisici del proprietario.

In audizione alla Commissione bilancio alla Camera, il presidente dell'Istat nei giorni scorsi ha presentato i dati di un sondaggio condotto su 45.000 persone intervistate, che saranno alla base delle valutazioni del comitato di indirizzo Cnel Istat in una riunione fissata per il 14-15 marzo per definire gli indicatori di benessere.

Una volta approvati in via definitiva, dopo un passaggio di consultazione sul territorio, i due enti pubblicheranno, entro dicembre, il primo rapporto sullo stato del benessere equo e sostenibile, una misura che al di là del Pil misura il benessere complessivo della popolazione italiana.

Tra gli indicatori principali rientreranno con tutta probabilità quelli emersi dal sondaggio, tra questi anche un reddito adeguato, buone relazioni con amici e partenti e, all'ultimo posto, la partecipazione alla vita della comunità. «L'incertezza» ha spiegato Giovannini rispondendo a una domanda sull'importanza di poter contare su un lavoro stabile «é uno degli elementi più importanti per il senso di malessere».