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Scioperi e proteste

Ippica: replica dei monopoli e iniziative del MIPAAF

Ippica: replica dei monopoli e iniziative del MIPAAF
Negli ippodromi italiani da Capodanno non si trotta e non si galoppa più. In gioco ci sono cinquantamila di posti di lavoro e almeno 15.000 cavalli. Destinati al macello? Presidio permanente nel palazzo romano dell'ex Unire fino al 12 gennaio, giorno in cui è stato già fissato un incontro al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Accuse ai Monopoli di Stato che replicano: ippica in crisi perché le corse sono troppe e di scarsa caratura tecnica.
Il 4 gennaio, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania e il Capo di Gabinetto Michele Corradino hanno incontrato il Commissario e il Direttore Generale dell'Unire/Assi (Agenzia per lo sviluppo del settore ippico), Claudio Varrone e Francesco Ruffo Scaletta.

Riferisce una nota ministeriale che nel corso dell'incontro si è convenuto di procedere, per quanto concerne l'immediato, secondo le linee gia' definite e praticate dall'Ente in merito alla gestione dell'emergenza finanziaria e per quanto riguarda la sistemazione di una serie di pendenze tra l'Ente stesso e l'Aams (Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato). Si e' convenuto inoltre che la situazione richieda interventi piu' radicali da realizzare nell'arco dei prossimi mesi finalizzati a rilanciare la competitività e sostenibilita' del settore che deve risultare in linea di principio fondato su serie dinamiche di mercato che escludano approcci di tipo assistenziale.

Nello specifico le direttrici del riassetto potrebbero essere improntate su:
- uno sforzo di riqualificazione del settore che deve rilanciare i propri valori sportivi, ambientali e ricreativi, evidenziando al tempo stesso le radici che il comparto ippico ha nell'allevamento italiano e le connesse ricadute in termini occupazionali;una necessaria revisione, da condurre con il Ministero dell'Economia e Aams, del sistema delle scommesse e dei prelievi garantiti sulle medesime;
- un fondamentale ripensamento del modo in cui la scommessa ippica viene proposta sul mercato, anch'essa questione che dovra' essere approfondita con il Ministero dell'Economia e Aams. In quest'ambito potrebbe essere ridiscusso l'uso dei media per la proposizione e diffusione del prodotto.

Al termine dell'incontro il Ministro ha dichiarato: "Intendo avviare un confronto con il Ministero dell'Economia individuando il percorso piu' appropriato, valutando anche l'opportunita' di un riassetto organico da perseguire con iniziative legislative. Invito i rappresentati dell'Ente a proseguire gli incontri e il confronto avviati con la filiera tutta".

La protesta

Nei giorni scorsi, gli operatori ippici - allenatori, guidatori e proprietari di cavalli - provenienti da tutta Italia hanno protestato nella sede dell'Assi (ex Unire - Unione nazionale incremento razze equine) in via Cristoforo Colombo. Più di cento manifestanti sono saliti al sesto piano dell'edificio e hanno occupato simbolicamente la sala riunioni del consiglio d'amministrazione. I motivi della protesta sono molteplici: la profonda crisi del settore ippico dipende principalmente dal taglio del 40% dello stanziamento al montepremi delle corse per il 2012; i premi, peraltro, vengono corrisposti con circa 90 giorni di ritardo impedendo una normale gestione delle scuderie.

Il presidente dello Snapt (Sindacato nazionale allevatori proprietari trotto) Mario Sernicoli è critico nei confronti della gestione del settore delle scommesse ippiche da parte dei Monopoli di Stato: "Le corse dei cavalli non sono pubblicizzate affatto: i Monopoli preferiscono investire nei più redditizi gratta-e-vinci e nelle slot-machine, che sono state installate addirittura nelle agenzie ippiche togliendo ulteriori risorse. E con il taglio del 40 percento dei premi al traguardo previsto nel 2012 il settore, già fortemente penalizzato, continua a versare in uno stato di profonda crisi strutturale".

La replica dei Monopoli

I Monopoli di Stato rispondono alle accuse delle associazioni di settore, "le scelte sono da attribuire ad Assi". Intanto il Ministro Catania sta valutando il ritorno un concessionario unico delle scommesse."Le scelte sulle tipologie di scommesse ippiche da offrire, tramite la rete dei concessionari scelti dallo Stato con regolare procedura selettiva, sono da attribuire all'Organismo tecnico che ha governato nel tempo il settore ippico e cioè l'Unire oggi Assi".

E' uno dei passaggi della lettera inviata nei giorni scorsi da Aams alle associazioni di categoria del trotto e del galoppo, al Ministro dell'Economia Mario Monti, al Ministro Catania ed al Commissario governativo dell'Assi (ex Unire). La Aams puntualizza di non decidere sulle tipologie delle scommesse ippiche da offrire e che "uno degli elementi presupposti di ogni tipologia di scommessa - si legge nella lettera di Aams - per la sua riuscita commerciale, è costituito dalla bontà tecnico-agonistica della gara di cavalli su cui scommettere, aspetto anch'esso di stretta ed esclusiva competenza di UNIRE.

La rete distributiva del gioco, cioè quella dei concessionari, è frutto di gare pubbliche, fanno notare i Monopoli, che in nulla hanno utilizzato pregresse reti esclusive di gioco ippico (anzi al contrario, l'unico spezzone sopravvissuto per esclusive ed immotivate scelte del mondo ippico ha provocato una sentenza della Corte di Giustizia di condanna dello Stato Italiano) ed oggi sono in crisi solo perché le corse dei cavalli somministrate in Italia non sono, per la loro eccessiva numerosità e scarsa caratura tecnica, un evento ritenuto degno di scommessa e solo perché le possibilità di vincita dei giocatori sono basse per l'eccessiva onerosità della filiera.