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Riforma Ordini, l'Antitrust chiede di più

Riforma Ordini, l'Antitrust chiede di più
Con una segnalazione al Governo e al Parlamento, il Garante della Concorrenza torna a parlare di liberalizzazioni nelle professioni rilanciando vecchi cavalli di battaglia. Fra questi la terzietà degli Ordini nel loro ruolo disciplinare. E l'abolizione della funzione di verifica sulla pubblicità sanitaria che la Bersani ha mantenuto. Limitazioni anche nel settore della formazione.

L'occasione, secondo Pitruzzella, è il regolamento da adottare entro il 13 agosto.
L'Antitrust apprezza il piano di marcia previsto dal Governo Monti per la riforma degli Ordini, "restano tuttavia ancora delle criticità che urge superare perchè del tutto anacronistiche, prive di giustificazione e all'origine di rilevanti inefficienze nel settore che impattano negativamente sulla competitività dell'intero sistema".

Nella segnalazione trasmessa il 5 gennaio al Governo e al Parlamento, il Garante Giovanni Pitruzzella (nominato il 18 novembre 2011, dopo la nomina a Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del predecessore Antonio Catricalà), si indicano i passi mancati della riforma da adottare entro il 13 agosto 2012, individuando nel Dpr di prossima adozione lo strumento per ammodernare le professioni.

L'Antitrust insiste per l'abolizione espressa di qualsiasi forma di tariffario, mentre gli Ordini vanno riformati, garantendo che la funzione disciplinare sia svolta da organismi che garantiscano un ruolo terzo. Anche nel settore della formazione professionale il potere dei Consigli degli Ordini va limitato alla fissazione di requisiti minimi dei corsi di formazione, senza alcuna necessità di autorizzazioni o riconoscimenti preventivi.

Per tutti gli Ordini va infine abrogata la norma che prevede il controllo, da parte degli Ordini stessi, sulla trasparenza e veridicità dei messaggi pubblicitari veicolati dai professionisti. Per contro, l'Antitrust chiede anche misure a carattere generale, come l'aumento delle sanzioni per le violazioni del Codice del Consumo e contro la pubblicità ingannevole, fino a 5 milioni di euro contro gli attuali 500mila e l'estensione della norma a tutela del consumatore a favore delle microimprese.

L'Autorità ritiene necessario introdurre le seguenti misure:
a) abolizione espressa di qualsiasi forma di tariffario e, conseguentemente, abrogazione dell'art. 3, comma 5, lett. d), del D.L. 13 agosto 2011, n. 138, convertito in legge dalla L. 14 settembre 2011, n. 148, nella parte in cui prevede che in caso di mancata determinazione consensuale del compenso, quando il committente è un ente pubblico, in caso di liquidazione giudiziale dei compensi, ovvero nei casi in cui la prestazione professionale è resa nell'interesse dei terzi si applicano le tariffe professionali stabilite con decreto dal Ministro della Giustizia;
b) esclusione della funzione disciplinare in capo agli Ordini, da attuarsi mediante modifica dell'art. 3, comma 5, lett. f), del D.L. 13 agosto 2011, n. 138, convertito in legge dalla L. 14 settembre 2011, n. 148, prevedendo espressamente che negli organi indicati nella norma per l'esame delle questioni disciplinari entrino a far parte anche membri non iscritti agli albi e, limitatamente ai consigli locali, iscritti ad albi diversi da quello territoriale di competenza;
c) limitazione dei poteri dei Consigli degli ordini alla fissazione di requisiti minimi dei corsi di formazione, senza alcuna necessità di autorizzazioni o riconoscimenti preventivi, prevedendo forme di auto-dichiarazione da parte degli organizzatori con meri controlli a campione;
d) revisione della pianta organica dei notai, di cui all'art. 4, della L. 16 febbraio 1913, n. 89, in modo da aumentare significativamente il numero dei posti di notaio ivi previsti;
e) abrogazione dell'articolo 2, comma 1, lett. b) del D.L. 4 luglio 2006, n. 233, convertito in legge dalla L. 4 agosto 2006, n. 248, nella parte in cui prevede il controllo, da parte degli ordini professionali, sulla trasparenza e veridicità dei messaggi pubblicitari veicolati dai professionisti.

Secondo il Garante Pitruzzella "la prossima emanazione di un d.P.R. per la riforma degli ordinamenti professionali (ex art. 3, comma, 5, del D.L. n. 138/2011, convertito in legge dalla L. n. 148/2011) costituisce la più corretta sede per rimuovere le incrostazioni regolatorie che tuttora residuano nel settore, e nel quale l'Autorità ritiene che possano trovare spazio le misure di seguito indicate, relative ai tariffari, alla separazione delle attività di gestione degli albi da quelle di verifica disciplinare, all'incremento della pianta organica dei notai e comunque al suo completamento, alle riserve di attività ed ai regimi di incompatibilità".

pdfIL TESTO INTEGRALE DELLA SEGNALAZIONE.pdf