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ONAOSI ed ENPAV, Mancuso replica: svista o attacco?

ONAOSI ed ENPAV, Mancuso replica: svista o attacco?
Il Presidente Enpav, Gianni Mancuso, replica alla lettera pubblicata dal sito istituzionale ONAOSI, nella quale una veterinaria assistita dalla Fondazione avanza un "parallelo azzardato" fra le prestazioni dei due enti. "Non posso concedere il termine "estorsione". "Una svista o un attacco?" replica Mancuso: "Spero che il Presidente Zucchelli e il suo Vicepresidente Grasselli fugheranno questo mio dubbio".

Il Presidente Enpav, Gianni Mancuso, replica alla letterapubblicata dal sito istituzionale ONAOSI, nella quale una veterinaria assistita dalla Fondazione avanza un "parallelo azzardato" fra le prestazioni previdenziali dell'Ente e quelle esclusivamente assistenziali dell'Opera perugina.

La lettera avanza - con affermazioni sopra le righe e senza un "adeguato contraddittorio"- considerazioni sull'Ente di Previdenza dei Veterinari. Il risalto dato con la pubblicazione in home page (un "episodio increscioso da non ripetere") "è una svista poco opportuna o un velato attacco?" si domanda Mancuso che chiede all'ONAOSI "di dare alla mia risposta il medesimo spazio" concesso alla lettera della collega. "Spero - dichiara- che il Presidente ONAOSI dott. Zucchelli e il suo Vicepresidente dott. Grasselli fugheranno questo mio dubbio".

L'ENPAV, oltretutto, "ha da poco risposto positivamente con entusiasmo a una richiesta dell'ONAOSI di collaborazione e condivisione delle informazioni".

Nel merito dei contenuti, la collega assistita chiede di non sostenere la campagna avviata da alcuni sindacati medici contro l'obbligatorietà del contributo ONAOSI per i dipendenti pubblici, di cui ha dato notizia @nmvi Oggi il 18 novmebre scorso.

Concludendo che l'Enpav "estorce ben 2.086 euro all'anno", ("l'ENPAV per me non ha fatto assolutamente nulla"), l'assistita ONAOSI si appella al SIVEMP: "mi auspico che il SIVEMP al quale da sempre sono iscritta non intraprenda questa battaglia".

Il Presidente Mancuso, fa notare che "il padre della dottoressa effettuava i propri versamenti contributivi ad un ENPAV ante riforma del '91", che "all'esiguità dei versamenti contributivi prima della riforma del 1991 - pari anche a sole 12 mila lire annue - conseguiva, infatti, un altrettanto ridotto emolumento pensionistico".
Oggi, invece, l''ENPAV, oltre a "garantire ai suoi iscritti pensioni con un tasso di sostituzione più adeguato , a fronte di una contribuzione più rilevante e, grazie allo strumento della pensione modulare", ha "profondamente rinnovato il proprio profilo assistenziale e di servizi , parallelo al suo primario compito di Ente previdenziale".

Se la dr.ssa ne avesse fatto richiesta, " avrebbe potuto accedere alle nostre assistenze straordinarie, ai nostri prestiti e mutui agevolati, alle nostre borse di studio riservate ai figli degli iscritti e, se necessario, alla dilazione dei versamenti contributivi. E in quanto iscritta usufruisce della polizza sanitaria di base, oltre che delle numerose scontistiche delle nostre convenzioni".

"Non posso quindi concedere alla dottoressa di utilizzare il termine "estorsione" riferendosi alle richieste contributive dell'ENPAV- puntualizza Mancuso-  che sono quantificate in relazione alla garanzia di un adeguato trattamento di quiescenza a favore di nostri Colleghi professionisti che, altrimenti, si troverebbero, come suo padre, ad ottenere una pensione e assolutamente inadeguata".

Il Presidente Enpav aggiunge inoltre che, come la collega "senz'altro ben sa", la pensione INPDAP, che otterrà in quanto dirigente dipendente pubblica, "sarà forse pari al 60% del suo attuale stipendio e sarà proprio la pensione che otterrà dall'ENPAV a contribuire alla copertura di quel gap che le permetterà un'anzianità più serena".

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