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DETRAZIONI VETERINARIE, ANMVI RISPONDE A ADICO

DETRAZIONI VETERINARIE, ANMVI RISPONDE A ADICO
L'Associazione Difesa Consumatori si oppone alla riduzione della detraibilità fiscale delle spese veterinarie, "in quanto avrebbe effetti negativi sia sulle tasche dei contribuenti ma anche, a medio termine, per le casse dello Stato". ANMVI: innescare conflittualità non aiuta l'obiettivo comune. L'Anagrafe canina non è un parametro attendibile per quantificare le spese veterinarie.

L'Associazione Difesa Consumatori boccia l'intenzione del Governo di cancellare la possibilità di scaricare visite e farmaci per cani e gatti. Il presidente Carlo Garofolini: «Sarebbe un boomerang fiscale». A quanto si apprende da notizie di stampa, l'Associazione si oppone a questo provvedimento "per principio e nel merito, in quanto avrebbe effetti negativi sia sulle tasche dei contribuenti ma anche, a medio termine, per le casse dello Stato. Il rischio, infatti, è quello di un aumento dell'evasione fiscale da parte dei veterinari".

«Se verrà meno la possibilità per i proprietari di scaricare nella dichiarazione dei redditi queste pur limitate spese, la tentazione per i veterinari di fare qualche fattura in meno e proporre qualche sconto in più salirà alle stelle - sintetizza quindi il presidente dell'Adico Carlo Garofolini - così questa ulteriore vessazione risulterà pure inutile ai fini dell'obbiettivo che dovrebbe raggiungere, e cioè aumentare le entrate fiscali. Un provvedimento che, se verrà confermato nei fatti, vedrà l'Associazione Difesa Consumatori in prima fila nella protesta».

«In Veneto secondo stime dell'Adico almeno 1 single su 2 ha un animale domestico, quindi le spese per mantenerlo in salute, così come quelle per tutto il resto, dall'affitto all'alimentare alle bollette, ricadono interamente su un unico stipendio spesso precario quando si tratta di giovani, o su un'unica pensione sempre più esigua se si considerano gli anziani - continua Garofolini - per i quali la revoca della detraibilità di fatture e scontrini veterinari sarà un'ennesima stangata, mentre si farà un favore ai veterinari che sapranno fiutare il business del nero».

L'ANMVI ha inviato una nota al presidente Garofolini, invitando ad unire le forze per un obiettivo comune che vede veterinari e proprietari pubblicamente solidali nella battaglia per la salvezza delle detrazioni, peraltro già intaccate dalla manovra fiscale di luglio. "Quello che veterinari e proprietari consumatori chiedono è un obiettivo troppo importante - annota l'ANMVI- per essere messo sul piano della conflittualità. Complessivamente siamo di fronte ad un assetto fiscale che, unito all'aumento percentuale dell'IVA al 21%, scoraggia il ricorso alle cure veterinarie, vanificando alla radice le attese dell'Erario di maggior gettito".

Per dire no alla revoca della detraibilità delle spese veterinarie, l'ADICO parte dai dati ministeriali dell'Anagrafe canina in Veneto: "oltre 800mila animali d'affezione ufficialmente registrati all'Anagrafe Canina del Veneto, con una spesa media di 100-150 euro all'anno per vaccini, visite e medicine veterinarie a ogni cane, gatto o coniglio". Secondo l'ADUC i costi sarebbero presto fatti: " al 18 ottobre scorso, gli animali registrati all'Anagrafe Canina del Veneto (la più nutrita di tutta Italia) erano 808.272, con una stragrande maggioranza di cani (793.498) a cui si aggiungono 14.696 gatti e 78 furetti. E se si considera che, in media, per ciascuno di loro all'anno i padroni spendono una cifra compresa fra i 100 e i 150 euro, di cui la quota principale è rappresentata da visite di controllo, vaccini e operazioni, il giro d'affari che si profila è di almeno 80 milioni di euro all'anno per i veterinari. Che si può approssimare per difetto a 100 milioni considerando anche i quattro zampe, come i conigli, non quantificati nei dati dell'Anagrafe regionale".

"Si tratta di dati e criteri moltiplicatori discutibili- fa osservare l'ANMVI all'ADICO- purtroppo non è automatico che tutti i cani iscritti all'Anagrafe canina siano anche sottoposti a cure veterinarie. E' ancora molto alta, infatti, la percentuale di proprietari che non portano il proprio cane dal veterinario per regolari visite e cure. L'Anagrafe canina non è un parametro utile a quantificare le spese veterinarie".