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SPERIMENTAZIONE ANIMALE

Droghe e xenotrapianti: approvata una moratoria di tre anni

Droghe e xenotrapianti: approvata una moratoria di tre anni
Rinviato al 2020 il divieto di utilizzo di animali nella ricerca biomedica sulle sostanze d'abuso e sugli xenotrapianti.

Slittano di 3 anni e non più di uno solo, le disposizioni contenute nell'articolo 42, comma 1, del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 26. La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha  approvato a maggioranza l'emendamento De Biasi-Cattaneo, che prevede tre anni di proroga (ne erano stati chiesti cinque) della deroga al divieto di utilizzo della sperimentazione animale sulla ricerca di sostanze d'abuso e xenotrapianti previsto dal decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 26.

Il rinvio riguarda le norme che non autorizzano le procedure ("qualsiasi uso, invasivo o non invasivo, di un animale ai fini sperimentali o ad altri fini scientifici dal risultato noto o ignoto, o ai fini educativi, che possa causare all'animale un livello di dolore, sofferenza, distress danno prolungato equivalente o superiore a quello provocato dall'inserimento di un ago secondo le buone prassi veterinarie) per le ricerche sugli xenotrapianti (trapianto di uno o piu' organi effettuato tra animali di specie diverse) e sulle sostanze d'abuso.
Con il Milleproroghe viene rinviato anche il divieto di riutilizzare un animale, gia' usato in una o piu' procedure, quando la procedura successiva e' classificata come «lieve» o «non risveglio».

Per i ricercatori, una moratoria di 12 mesi, come quella inizialmente prevista dal Milleproroghe- sarebbe stata "insufficiente". La comunità scientifica chiedeva una moratoria più lunga, fino a cinque anni, considerato che la durata dei progetti europei e mondiali, è compresa tra i 3 e i 5 anni. Se il divieto di utilizzo scientifico degli animali fosse entrato in vigore fra un anno si sarebbero compromesse ricerche e finanziamenti alla ricerca biomedica italiana.

Research4Life esprime soddisfazione per il risultato ottenuto, ma anche preoccupazione per il futuro della ricerca in Italia auspica a stretto giro una modifica della legge. «Le nostre richieste - dichiara al Sole 24 Ore Giuliano Grignaschi di R4L - sono state almeno in parte ascoltate e analizzate con maggiore obiettività rispetto al passato, a discapito di prese di posizione più emotive e ideologiche, e questo ci fa ben sperare. Tuttavia siamo molto preoccupati perché il futuro della ricerca italiana rischia di essere compromesso, a svantaggio dei ricercatori italiani che potrebbero accedere ai finanziamenti con maggiore difficoltà rispetto ai colleghi europei, oltre che dei pazienti con bisogni di cura ancora insoddisfatti".

"Non va inoltre dimenticato - ha aggiunto Grignaschi- che purtroppo la sperimentazione animale è ancora oggi una necessità fondamentale per lo sviluppo di nuove cure per tante importanti malattie. Questa proroga inoltre non scongiura il rischio di procedura di infrazione europea per lo scorretto recepimento della direttiva in materia. Ora bisogna quindi lavorare per rendere coerente la normativa italiana a quella europea con l'obiettivo di restituire competitività ai nostri ricercatori ed evitare una multa consistente».

La senatrice Emilia Grazia De Biasi ha ricordato in Commissione che la Commissione europea «ha mandato una lettera all'Italia, ricordando l'obbligo di adempiere entro due mesi all'adeguamento alla direttiva europea sulla sperimentazione animale».

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L'emendamento approvato
7.28 (testo 2) -De Biasi, Padua, Aiello, Bianco, Maturani, Rizzotti, D’Ambrosio Lettieri, Mattesini, Zuffada, Chiti, Dirindin, Romano, Cattaneo
Al comma 3, sostituire le parole: «1º gennaio 2018» con le seguenti:«1 º gennaio 2020»

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