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IL TESTO DELL'AUDIZIONE

Abolire il numero programmato? Le Regioni sono contrarie

Abolire il numero programmato? Le Regioni sono contrarie
Più che concentrarsi sulla cancellazione del numero chiuso la Conferenza delle Regioni ritiene "fondamentale" rendere i test più "affidabili e idonei a mettere in luce conoscenze
e le attitudini degli studenti”. Il libero accesso comporterebbe un aumento incontrollato di servizi che oggi l'Università italiana non ha le risorse finanziarie per realizzare.


Per rimuovere il numero programmato servono risorse finanziarie che l'Universià non ha. E se le avesse dovrebbe investirle in altre priorità. E' questa in sintesi la posizione delle Regioni, che sono state ascoltate in Commissione Cultura alla Camera sulle proposte di legge per il superamento della Legge 264/1999. L'audizione è stata svolta da Monica Barni (Vicepresidente della Regione Toscana) - che coordina gli Assessori all’Università - con Maria Francesca Corigliano (Assessore della Regione Calabria).

Più studenti più strutture- "Attualmente – ha spiegato Barni – ci troviamo di fronte ad una riduzione progressiva del fondo di finanziamento ordinario delle università ed anche l’ultima manovra ne congela quote rilevanti. Sono pochissime le risorse dedicate all’edilizia universitaria, molte strutture vivono situazioni di obsolescenza e carenza strutturali. Basti ricordare che abbiamo pochi laboratori, spesso vecchi e inadeguati. C’è poi la situazione del corpo docente che si è ridotto e che non vive un adeguato processo di turnover. La Vicepresidente della Toscana ha ricordato che sarebbe fondamentale arrivare anche per l’università alla definizione di livelli essenziali delle prestazioni (LEP). C’è un Tavolo di lavoro presso il Ministero, le Regioni hanno già indicato i propri componenti già da un anno, ma questo Tavolo non ha ancora avviato i propri lavori.

Qualificare i laureati italiani- "Più che concentrarci sulla cancellazione del numero chiuso, sarebbe invece fondamentale rendere i test validi e affidabili e idonei a mettere in luce conoscenze e attitudini degli studenti"- ha dichiarato Barni-  spostando l'accento sull'importanza di investire in ricerca e innovazione. L'Italia sconta "un ritardo nella disponibilità di risorse umane qualificate con alti livelli di conoscenze e con elevate capacità di apprendimento". La priorità è il tema della "rivitalizzazione del sistema universitario italiano".

pdfIL_TESTO_DEPOSITATO_DALLA_CONFERENZA_DELLE_REGIONI.pdf69.27 KB