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PRESENTAZIONE AL SENATO

IVA e detraibilità delle spese veterinarie: emendamenti

IVA e detraibilità delle spese veterinarie: emendamenti
Presentati questo pomeriggio, in Senato, gli emendamenti per alleggerire il carico fiscale sulle cure agli animali da compagnia. Dopo l'incontro preparatorio della scorsa settimana, l'Intergruppo parlamentare per i diritti animali li ha illustrati alla stampa. Scadono domani i termini per depositarli all'interno della Legge di Bilancio.
"Quello che nessun Governo ha mai voluto fare proviamo a farlo con il Parlamento"- dichiara il vicepresidente Paolo Selleri, questo pomeriggio al Senato in rappresentanza di ANMVI. Le istanze dell'Associazione, già formulate nel corso dell'incontro con l'Intergruppo parlamentare, si riassumono nella richiesta di abbassare al 10% l’IVA sulle prestazioni veterinarie, cioè di portarle in fascia agevolata al pari dei farmaci veterinari; di esentare alcune prestazioni veterinarie ad elevato impatto di sanità pubblica e che sono indirettamente rivolte alla persona (come ad esempio la prevenzione delle zoonosi e la microchippatura/ identificazione anagrafica); di aumentare le detrazioni fiscali che oggi consentono un beneficio netto di 49 euro all’anno e sono vanificate dall’IVA al 22%. "In pratica il Fisco da un lato concede e dall'altro riprende"  - fa notare Selleri.

Un tasto quello delle detrazioni fiscali sul quale il Presidente Marco Melosi ha insistito molto, durante l'incontro preliminare con l'Intergruppo. La detraibilità fiscale delle spese veterinarie è stata introdotta nel 2000 ( Legge 21 novembre 2000, articolo 32) modificando il testo unico dei redditi. A distanza di 18 anni le soglie fiscali ammesse al beneficio fiscale non sono nemmeno state adeguate al costo della vita (indice Istat).
Quanto all'IVA, anche alla luce delle risposte del Commissario europeo Pierre Moscovici,  la collocazione di un bene o di un servizio in una data fascia di Imposta spetta agli Stati Membri. Nulla osterebbe quindi alla collocazione delle prestazioni veterinarie sotto la percentuale agevolata del 10%.

Le coperture finanziarie- Una quantificazione precisa dell'IVA e soprattutto delle detrazioni fiscali potrebbe arrivare dall’Agenzia delle Entrate, alla quale confluiscono- tramite il sistema Tessera Sanitaria le fatture veterinarie  utili alla compilazione del Modello 730, con cui i proprietari chiedono le detrazioni. ANMVI ha formalmente richiesto, senza successo, questi dati. L'auspicio è che possa riuscirci il Parlamento per via istituzionale.
Nella scorsa Legislatura, due emendamenti del Senatore Sante Zuffada (approvati ma non in via definitiva per il sopraggiungere della fine Legislatura) proponevano un raddoppio delle detrazioni attingendo al Fondo per le esigenze indifferibili.

Il diritto alle cure veterinarie- Nonostante le difficoltà finanziarie, ANMVI rimarca l'incoerenza di una legislazione di tutela (anche penale) dell’animale in quanto essere senziente, che però lo colloca come bene di consumo assoggettabile all'aliquota massima d'Imposta. "Il diritto alle cure veterinarie- fa notare Selleri-  non è ancora espressamente sancito da nessuna legge dello stato italiano e questo per noi Medici Veterinari è inaudito". Che almeno non sia tassato.